Piemonte: Dal 10 ottobre in edicola nuovo periodico italo-romeno

20/9/2007
Il console romeno Alexandru Dumitrescu con in mano il nuovo giornale
TORINO
Si chiama «Obiectiv» il nuovo quindicinale bilingue, dedicato alla comunità romena di Torino e del Piemonte, che sarà in edicola il 1 ottobre. Editore è l’associazione culturale Onlus Carpatina che ha come soci giovani romeni e italiani, alcuni dei quali con esperienza in campo giornalistico maturata nel proprio Paese. Il periodico, presentato oggi alla stampa, ha formato tabloid, con 24 facciate di cui 8 a colori. La tiratura è di 10 mila copie.«La distribuzione avverrà tramite le edicole -spiega il direttore Giovanni D’Amelio- nonchè tramite sedi delle associazioni italo-romene di Torino e Provincia, sedi di parrocchie e locali frequentati prevalentemente da cittadini romeni». Il prezzo di copertina è di 50 centesimi. Il giornale tratterà degli avvenimenti più importanti di Torino e del Piemonte inerenti la comunità romena, spettacoli ed eventi culturali, eventi sportivi, guida ai servizi del territorio, rubriche informative sulla legislazione e notizie principali dalla Romania e in particolare dalla regione di Bacau, luogo di provenienza della maggior parte dei romeni residenti in città. La comunità romena negli ultimi anni è cresciuta nel capoluogo piemontese in maniera esponenziale: in soli 3 anni è diventata la più importante per numero di residenti, superando le presenze delle comunità maghrebine, albanesi e sudamericane. La comunità romena costituisce quasi il 40% della popolazione immigrata torinese, nonchè oltre il 7% della popolazione totale.«Ho svolto l’attività di giornalista televisiva per 11 anni in Romania -ha illustrato Magdalena Lupu, presidente dell’associazione Carpatina- poi sono venuta in Italia nel 2005 e ho fatto la badante ad un’anziana signora ad Asti. Infine, sono ritornata alla mia professione giornalistica: per noi la mancanza di informazione era un punto dolente. Abbiamo pensato quindi che c’era bisogno di fare un giornale per dare voce alla collettività romena».
Fonte: La Stampa