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lunedì 5 novembre 2007

Rom e Ue, storia di integrazione mancata


IMMIGRAZIONE: ROM E UE, STORIA INTEGRAZIONE MANCATA
(ANSA) - BRUXELLES, 3 NOV -
Se c'é una storia di integrazione mancata nell'Unione europea degli allargamenti, è quella della comunità rom, una definizione già di per sé riduttiva di una comunità di 12-15 milioni di persone in Europa, in gran parte nell'ex Est, che con l'ingresso di Romania e Bulgaria, arriva a dieci milioni nell'Ue. I rom sono la più grande minoranza in Europa e la Romania è il paese che ne ospita di più, circa due milioni, mentre in Bulgaria rappresentano il terzo gruppo etnico. Secondo la relazione annuale del 2005 del centro europeo di monitoraggio del razzismo e della xenofobia, diventato da quest'anno agenzia europea per i diritti fondamentali, i Rom sono fra i gruppi più soggetti ad essere discriminati e ad essere vittima di violenza di sfondo razziale. In base ad un recente sondaggio dell'Eurobarometro il 77% degli europei ritiene che i Rom rappresentino uno svantaggio piuttosto che un vantaggio per il proprio paese. Secondo l'agenzia per i diritti fondamentali, i rom si scontrano con una discriminazione sistematica nell'educazione, nel sistema sanitario pubblico, nei servizi e nel mondo del lavoro. Un trend in aumento, secondo il rapporto 2006 dell'Agenzia Ue basata a Vienna, in un numero significativo di paesi. Il tasso di disoccupazione dei rom, in alcuni paesi dei Ventisette, non scende sotto il 70% e arriva fino al 90% in almeno tre stati dell'Ue. Anche nella ricerca di alloggi gli studi a livello europeo dimostrano che i rom sono invariabilmente i vicini meno desiderati. La difficoltà a trovare casa influisce anche sulle possibilità per i bambini rom di andare a scuole, che non siano sostanzialmente segregate. E' questa una delle denunce più forti che viene da Livia Jaroka, la prima europarlamentare rom, ungherese, e che un anno fa è stata oggetto di pesantissimi rilievi da parte di eurodeputato bulgaro del partito xenofobo Attack. Secondo la parlamentare europea del Ppe, il suo lavoro è proprio quello di sradicare molti dei miti negativi che sono associati ai rom, come quello di essere un popolo nomade. L'ottanta per cento dei rom non si sposta da un posto all'altro, dice Jaroka, per quale è fondamentale che i bambini rom possano studiare in classi aperte e non segregate. L'Unione europea ha avviato una serie di progetti contro la discriminazione e per favorire l'inclusione nei settori più delicati come quello dell'educazione e del mondo del lavoro. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione nell'aprile di due anni fa nella quale sollecita i partiti politici e la società civile europei a rendere esplicito che "l'odio razziale nei confronti dei rom non può mai essere accettato in una società europea" e definisce la ghettizzazione dei rom in Europa "inaccettabile". Ma la realtà, come dimostrano i fatti di questi ultimi giorni, continua ad essere drammaticamente diversa. (ANSA).

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