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giovedì 15 novembre 2007

Parlamento europeo: si scioglie il gruppo di estrema destra Its

14/11/2007 - LA NIPOTE DEL DUCE ACCUSATA DI XENOFOBIA
Parlamento europeo: si scioglie il gruppo di estrema destra Its

Cinque eurodeputati romeni hanno abbanddonato la formazione, come segno di protesta alle dichiarazioni di Alessandra Mussolini

C'è aria di burrasca al Parlamento europeo. Oggi il gruppo di estrema destra "Identità tradizione e sovranità" (Its) ha cessato di esistere, dopo che altre due deputate del partito nazionalista romeno "Romania Mare" (Partito della grande Romania) hanno abbandonato la formazione. Sono cinque, in tutto, gli eurodeputati di Bucarest che hanno lasciato il gruppo parlamentare, in segno di protesta alle dichiarazioni contro i romeni della leader di Alternativa sociale Alessandra Mussolini, membro dello stesso partito al Parlamento di Strasburgo.
Il collasso era già stato annunciato. Lo scorso mercoledì i membri di "Romania Mare" avevano comunicato che si sarebbero distaccati dal gruppo se la collega italiana non se ne fosse andata. La nipote del Duce, in un primo tempo, aveva annunciato le sue dimissioni, per poi tornare sui suoi passi. Nel primo pomeriggio di oggi, anche Daniela Buruiana-Aprodu e Cristina Stanescu si sono aggiunte alla lista dei dimissionari, facendo scendere il numero dei membri del gruppo a 18, sotto la soglia minima dei 20 deputati richiesta per la formazione di un partito al Parlamento europeo. Ieri sera aveva annunciato di lasciare il gruppo Viorica Moisuc, mentre lunedì l'avevano fatto Pertre Popenaga e Eugen Mihaescu.

I dimissionari accusano Alessandra Mussolini di xenofobia, per gli "insulti rivolti al popolo romeno". La leader di Alternativa sociale, in seguito alle proteste su sicurezza e immigrati scoppiate in Italia dopo la morte di Giovanna Reggiani, aveva rilasciato delle dichiarazioni molto forti ad un quotidiano romeno, lo scorso 2 novembre. "Rubare è diventato uno stile di vita per i romeni", aveva detto a chiare lettere, invitando l'ambasciatore di Bucarest a lasciare l'Italia. Una dichiarazione che ai suoi colleghi romeni, nonostante le loro note posizioni anti Rom, non è proprio andata giù.
La Stampa

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