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giovedì 29 maggio 2008

Amnesty International: Rapporto annuale 2008


(28/05/08)
A 60 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, la tortura è ancora presenta in almeno 61 paesi, processi iniqui si celebrano in 54 paesi e in 77 Stati non è consentita la libera espressione delle proprie idee. A denunciarlo è il Rapporto annuale 2008 di Amnesty International presentato in Italia ieri. "Il 2007 – ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione italiana di Amnesty International – è stato caratterizzato dall’impotenza dei governi occidentali e dall’ambiguità o riluttanza delle potenze emergenti rispetto ad alcune delle peggiori crisi dei diritti umani, come i conflitti in corso da decenni o la crescente ineguaglianza di cui fanno le spese milioni di persone". Nel corso della conferenza stampa, è stato dato spazio anche al caso Italia, un paese, secondo Amnesty, dove le istituzioni hanno legittimato un linguaggio razzista e discriminatorio.
Il nuovo Rapporto annuale di Amnesty International del 2008 mostra con tristezza i fallimenti dei leader mondiali nella tutela dei diritti umani e chiede che i governi si assumano l’impegno di cambiare rotta. "Le crisi dei diritti umani in Darfur, Zimbabwe, Gaza, Iraq e Myanmar richiedono un’azione immediata – ha dichiarato in occasione della presentazione del Rapporto, Paolo Pobbiati – l’ingiustizia, la disuguaglianza e l’impunità sono i tratti significativi del mondo di oggi. I governi devono agire subito, per colmare il divario crescente tra ciò in cui si impegnano e quello che fanno". L'appello è rivolto ai paesi occidentali: Amnesty chiede agli Stati Uniti di chiudere Guantanamo e tutte le strutture detentive segrete, di processare i prigionieri secondo procedure eque oppure rilasciarli e respingere l’uso della tortura e dei maltrattamenti. Mentre all’Unione Europea chiede di indagare sulla complicità dei suoi stati membri nelle rendition di sospetti terroristi e pretendere dai paesi membri il medesimo rispetto dei diritti umani che chiede agli altri stati del mondo. L’organizzazione per i diritti umani si rivolge anche ai paesi emergenti come la Cina che dovrà rispettare gli impegni assunti in occasione dell’assegnazione delle Olimpiadi, consentendo piena libertà d’espressione e di stampa e ponendo fine alla rieducazione attraverso il lavoro. Alla Russia Amnesty chiede, invece, maggiore tolleranza verso il dissenso politico e nessuna indulgenza per le violazioni dei diritti umani in Cecenia. In occasione della presentazione del Rapporto 2008, è stato dato spazio all’analisi della situazione italiana. L'accusa più dura di Daniela Carboni, direttrice dell’Ufficio campagne e ricerca della Sezione italiana di AI, va alle istituzioni e a tutti gli schieramenti politici responsabili di aver dato legittimazione ad un linguaggio razzista. Di questo linguaggio ne sono state un'ulteriore dimostrazione le dichiarazioni stigmatizzanti ai danni di gruppi di persone sulla base della nazionalità o appartenenza etnica che, nei giorni scorsi, hanno accompagnato la discussione dei provvedimenti del pacchetto sicurezza. Daniela Carboni è stata molto chiara: "Il pacchetto sicurezza viola gli standard internazionali dei diritti umani". Tra le misure citate nel corso della conferenza stampa quella che colpisce i rifugiati. Con amarezza, Carboni ha ricordato che solo all’inizio del 2008 era stato ottenuto un risultato positivo in termini di rispetto degli standard internazionali dei diritti umani, ovvero l’effetto sospensivo dell’espulsione di un richiedente asilo durante il ricorso. Tale miglioramento, con le nuove misure adottate dal Consiglio dei ministri, sarà abrogato facendo precipitare il richiedente asilo di nuovo nella irregolarità. Di fronte alla negazione dei diritti a specifici gruppi di popolazione, ha detto Carboni , "per contrasto le istituzioni italiane non sentono l’urgenza di introdurre misure efficaci contro la tortura né fermare le esportazioni di armi verso paesi in cui vi sono bambini soldato". Infine, un accenno agli accordi bilaterali segreti tra Italia e Libia. "Cosa ha chiesto l’Italia alla Libia in materia di diritti umani?", domanda Amnesty International. E ancora: "Cosa succede ai migranti quando vengono fermati dalle forze di sicurezza libiche nei pattugliamenti lungo le coste finanziati con i soldi pubblici italiani?".

1 commento:

  1. A 61 anni dall'adozione della Dichiarazione Universale dei Diriti UMANI,la tortura e ancora presente in EUROPA.Il giorno 27 del mese di novembre 2009 viene minacciato Ovidiu Paulescu autore del documentario "THE FEAR".(FRICA).Il documentario e uscito in Italia in data de 08.11 2009 a Roma (CINE DETOUR)versione ridotta 61".A seguito di tale evento e stato contattato di piu giornalisti.Ex.del"ADEVARUL" Iulia Maximinian,Giornalista gli chedeva come mai possedeva quei documenti riservati.Effetivamente quei filmati sono solamente atti di importanza storica risalenti a circa 20 anni fa.L'autore del documentario e un ex.membro del C.F.S.N.,(governo provisorio 1989-1990)rifugiato politico in Italia dal 1990.E stato minacciato piu volte telefonicamente ma anche via email,ha sporto denuncia alla Questura,ai Carabinieri,etc.Le minacce continuano.

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