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giovedì 29 maggio 2008

Istat: l'Italia è un paese a crescita lenta


Il 2007 è stato un anno di rallentamento dell'economia

Secondo il 'Rapporto annuale' sul 2007 il 14,6% delle famiglie non riesce ad arrivare a fine mese e il 66,1% non mette da parte neppure un euro. Cresce l'immigrazione, mentre l'occupazione aumenta solo al Centro-Nord. Guarda il video

Roma, 28 mag. - (Adnkronos) - Un Paese in crescita lenta, rispetto alla media delle 'performance' internazionali per non parlare delle economie emergenti. E' questa l'analisi che si ricava dal "Rapporto annuale Istat" sulla situazione dell'Italia relativa al 2007, presentato dal presidente dell'Istituto nazionale di Statistica, Luigi Biggeri, nella Sala della Lupa di palazzo Montecitorio. Una fotografia scattata e riprodotta nel volume di 420 pagine, suddiviso in cinque capitoli dedicati alla congiuntura economica; al sistema delle imprese; all'evoluzione dei sistemi teritoriali; al mercato del lavoro e alle condizioni economiche delle famiglie; all'immigrazione.

I ricercatori mettono in evidenzia che l'anno trascorso -cui si riferiscono i dati statistici raccolti e analizzati- e' stato un anno di rallentamento dell'economia italiana, con un quarto trimestre con il segno negativo anche se poi appare compensato da un primo trimestre del 2008 in rialzo. A fronte di una crescita mondiale che ha viaggiato al ritmo sostenuto del 3,7% del prodotto ai prezzi di mercato e del 4,9% a parita' di potere d'acquisto, il pil in Italia e' cresciuto solo del 1,5% dato ancor piu' negativo rispetto al precedente pari al 1,8% e con un differenziale rispetto alla media europea nell'ordine di un punto percentuale.

CONSUMI - In questo contesto, la spesa per i consumi delle famiglie e' aumentata del 1,4%. Una dinamica positiva favorita da un incremento del reddito in termini reali dell'uno per cento oltre che da una maggiore propensione al consumo. E' rimasta invece moderata l'inflazione media annua, con un'accelerazione pero' a partire dalla scorsa estate dovuta soprattutto al rialzo dei prodotti delle materie prime. I prezzi al consumo sono cresciuti del 1,8% anche se il tasso di crescita tendenziale nell'ultimo trimestre e' salito al 2,4% e ha continuato a crescere fino al dato del 2,6% per l'inflazione acquisita per l'anno in corso, ad aprile 2008.

OCCUPAZIONE - Sul fronte dell'occupazione, la crescita ha riguardato esclusivamente le regioni del Centro-Nord mentre nel Sud il tasso e' rimasto stabile. E' salita l'incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati, passata al 6,5% con la quota che si impenna al 8% nell'Italia settentrionale e centrale e scende al 3% nell'Italia meridionale. Quanto alla dinamica salariale, si e' attenuata passando per unita' di lavoro equivalenti a tempo pieno dal 3% del 2006 al 2,1% del 2007. E' aumentata invece di 1,2 punti percentuali la pressione fiscale, raggiungendo la media del 43,3%.

Il tasso di attivita' della popolazione italiana si attesta al 62,5% rispetto al dato europeo del 70,5% con divari ancora molto accentuati tra un Nord al 69,1% e un Sud al 52,5%. Prosegue, pero', il calo della disoccupazione secondo un trend che si registra oramai da almeno otto anni. Nel 2007, i senza lavoro sono stati poco piu' di un milione e mezzo. Ma attenzione: al calo della disoccupazione non si accompagna un parallelo aumento del tasso di occupazione ma un allargamento della inattivita', ovvero degli italiani, specie donne, che hanno rinunciato a cercare attivamente un lavoro.

IMPRESE - Per quel che riguarda il sistema delle imprese, "l'attuale crisi di produttivita' dell'economia italiana -si legge nel 'Rapporto Istat'- e' imputabile solo in minima parte all'effetto di riallocazione settoriale dell'occupazione. Ad incidere sono soprattutto altri elementi: il fattore lavoro legato alla diffusione di forme di lavoro piu' flessibili; la crescita dell'intensita' dei costi intermedi; la prevalenza di comportamenti di imprese volte a perseguire obiettivi di redditivita' piuttosto che di produttivita'".

IMPOVERIMENTO DELLE FAMIGLIE - Sul bilancio familiare gravano soprattutto i costi della casa: la spesa in media e' di 315 euro al mese pari al 14% del reddito che scende al 8,5% per le famiglie 'ricche' e sale al 31,1% per le famiglie 'povere'. Sono il 18,2% quelle che vivono in affitto, soprattutto nelle grandi citta', per una spesa media mensile di 340 euro. Il 13% sopporta gli oneri delle rate per il mutuo che ha consentito di acquistare un'abitazione di proprieta', in genere la prima casa dove si risiede. Inoltre, il 14,6% delle famiglie dichiara di avere molta difficolta' ad arrivare alla fine del mese, il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare e il 66,1% dichiara di non essere riuscita a mettere da parte dei risparmi nell'ultimo anno.

IMMIGRAZIONE - Sul fronte immigrazione, infine, sono arrivati a quota 3,5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia pari al 5,8% del totale, secondo la stima alla fine del 2007, anno che ha fatto registrare un notevole aumento, della consistenza di 454.000 unita', con un record per i rumeni aumentati di 300.000 persone, seguiti da albanesi, marocchini, cinesi e ucraini: un totale che rappresenta il valore piu' alto finora registrato nel nostro Paese.
Fonte: Adnkronos Ign

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