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martedì 2 ottobre 2007

Castello Bran: il Parlamento romeno vuole che sia restituito allo Stato

Il famoso maniero era stato restituito agli Asburgo nel 2006
Castello Bran: il Parlamento romeno vuole che sia restituito allo Stato
Ma il conte Vlad Tepes, cioe' Dracula, forse non vi abito' mai

Milano, 30 set.- Il Castello Bran lo conoscono in tutto il mondo: la tradizione vuole che fosse il maniero del conte Vlad Tepes, universalmente conosciuto come Dracula, protagonista del famoso romanzo neo- gotico di Bran Stocker, lo scrittore irlandese che agli inizi del novecento riscrisse in chiave “ horror” la storia del principe transilvanico. Sorge sui Carpazi meridionali in prossimità della città di Brasov, ma ai tempi del principe si chiamava Kronstadt e faceva parte del Regno d’Ungheria, la più importante città della Transilvania meridionale da ottant’anni inclusa entro i confini della Romania. Esso apparteneva alla dinastia degli Asburgo in quanto sino alla fine della prima guerra mondiale tutta la Transilvania era parte integrante dell’impero Austro- ungarico ed in queste terre, a differenza che nei vicini Balcani, mai il dominio turco ebbe modo di insediarvisi. Terre da sempre cristiane dunque, alla cui difesa certamente contribuì il vassallo di casa Asburgo, il conte Vlad Tepes. Nato nella città sassone di Shassburg, l’odierna Sighisoara patrimonio dell’umanità, era figlio di Vlad il vecchio soprannominato Dracul, che in romeno voleva dire diavolo, per la determinatezza e risolutezza dimostrata sui campi di battaglia. Il figlio Vlad ereditò dal padre il patronimico di Dracul ma alternò ai momenti di ferocia dimostrati contro i nemici del Sacro Romano Impero una raffinatezza e sensibilità fino ad allora sconosciuta da queste parti, assumendo molte volte le sembianze di un principe mecenate rinascimentale all’italiana. Era proprietario di vari manieri in cui soleva abitare durante le visite che compiva entro i confini dei suoi domini ma ad essere franchi non c’è assoluta certezza che abbia mai dimorato a Bran. Forse la suggestione del paesaggio montano circostante, forse la bellezza architettonica dell’edificio, sicuramente uno dei più belli dell’Europa centro- meridionale, stimolò Stoker ad ambientare qui il famoso romanzo che ben presto divenne un best- seller a livello mondiale. Ben presto molti turisti si riversarono a Brasov e Bran per visitare i luoghi resi celebri dal libro e la loro presenza divenne una fonte di entrate non indifferente, portavano valuta pregiata, per i proprietari del maniero. Sconfitta la dinastia asburgica nella prima guerra mondiale il castello entrò a far parte dei beni dello Stato romeno, che nel frattempo aveva annesso tutta la Transilvania. Persino durante i quarantadue anni di dominio totalitario comunista il flusso di turisti verso Bran non si arrestò ed anzi fu incoraggiato dal dittatore Ceausescu giacché rappresentava una delle poche occasioni per incamerare valuta in dollari. L’anno passato, caduto il comunismo ed in vista dell’adesione all’Unione Europea, il governo romeno restituì la proprietà del castello agli Asburgo, privando così il municipio di Brasov di una fonte di entrate non indifferente. “ Il governo ci vuole punire perché l’amministrazione comunale socialista è di colore diverso da quella che sostiene il premier Tariceanu” protestò allora Gorge Scripcaru sindaco dell’antica Kronstadt. Ora negli ultimi mesi gli Asburgo che non riescono più a far fronte alle spese di manutenzione hanno messo in vendita la costruzione, ma il prezzo è troppo alto perché lo stato romeno possa ricomprarlo. Così ier l’altro la Camera dei deputati di Bucarest ha dichiarato invalida la precedente restituzione agli Asburgo sostenendo che essa non riguardava tutti i legittimi eredi e dunque era viziata in origine. Ora però affinché il desiderio dei parlamentari del paese danubiano si concretizzi bisogna che sul parere si pronuncino nello stesso senso il Governo, la Procura generale e la Corte costituzionale. I proventi e gli incassi che il monumento annualmente garantisce sono certamente molto appetibili ma francamente pare che le speranze dei deputati della Romania affinché lo Stato ritorni ad essere il proprietario del Castello Bran appaiono remote.
Sergio Bagnoli
Fonte: La Voce

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