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sabato 6 ottobre 2007

Gli abitanti di un villaggio rumeno contro la multinazionale dell’oro


Claudia Ciobanu Ips
[5 Ottobre 2007]


Rosia Montana, 3500 abitanti, nella provincia di Alba, in Transilvania, si oppone alla Gold Company canadese, che vuole aprire quattro miniere a cielo aperto.
«Non ho mai avuto soldi, non li ho mai voluti, e mai li desidererò. Non ho paura di nessuno tranne che di Dio. Fin quando vivrò non lascerò questo posto». Queste frasi, di un piccolo ma determinato nucleo di abitanti di Rosia Montana, sono segni che la compagnia canadese, che qui è venuta per cercare l’oro, potrebbe essere fermata da questo piccolo manipolo di cittadini. Rosia Montana è un comune di 3500 abitanti nella provincia transilvana di Alba, a circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale rumena Bucarest. Nell’area si trovano le più grandi riserve d’oro europee, sfruttate fin dall’antichità. Gli esperti dicono che possono ancora essere estratti da qui circa 300 tonnellate d’oro e 1500 di argento, insieme ad altri metalli preziosi come il titanio. Rosia è il più antico sito minerario della Romania. Ma, a parte questa ricchezza, ha un patrimonio storico e culturale notevole. Ospita alcune delle più antiche catacombe romane e molti monumenti del diciottesimo e diciannovesimo secolo. La Gold Corporation ha cercato negli ultimi undici anni di convincere gli abitanti ad accettare il proprio piano per lo «sviluppo» della regione. L’azienda canadese vuole iniziare ad estrarre oro a Rosia dall’autunno del 2009 e, procedendo ad un ritmo di 20 tonellate per anno, esaurire la miniera in circa 15 anni. Promette di creare 6 mila posti di lavoro in un’area dove la disoccupazione è al 70 per cento. La multinazinale dice pure che le attività estrattive produrranno una ricchezza di 2 miliardi di euro per la Romania. Fino ad oggi, dall’antichità al periodo comunista, l’estrazione è stata sotterranea, la Gold Corporation, invece, propone l’estrazione a cielo aperto e l’uso del cianuro per la separazione dell’oro dagli altri metalli. La compagnia afferma che questi sono gli standard moderni che si sono rivelati economicamente vantaggiosi in tutto il mondo. Per far spazio all’estrazione mineraria, la compagnia ha iniziato a spostare una parte degli abitanti di Rosia nella Nuova Rosia Montana, un insediamento costruito dal nulla a sei chilometri dal vecchio villaggio. La multinazionale ha già comprato circa l’80 per cento delle 800 case della vecchia Rosia Montana. Più di cento case sono già state demolite. Il resto è stato abbandonato o occupato dai precedenti proprietari che hanno cominciato a lavorare per la Gold. L’azienda spiega che il trasferimento e le demolizioni sono necessarie per bonificare le aree alla periferia di Rosia. Afferma anche che il suo piano non toccherà il centro storico del comune, dove sono concentrati i monumenti più antichi. Sul suo sito Gold afferma dice di essere attentisima alla salvaguardia del patrimonio culturale di Rosia. L’azienda scrive «negli ultimi cinque anni abbiamo finanziato scavi e restauri di beni culturali per 10 milioni di dollari, e questo è stato il più grande progetto di questo tipo in Europa». Dichiara che gli scavi archeologici sono in conformità con le direttive dell’Unesco e con i regolamenti archeologici dell’Unione europea. Stefan Balici, architetto impegnato nella ristrutturazione di case a Rosia Montana, ha però dichiarato a Ips che il centro della città verrà sicuramente colpito dallo sfruttamento minerario. «Camion grandi come case che dalla miniera trasportano carichi attraverso le stradine del centro metteranno a dura prova le fragili costruzioni», dice Balici. Le quattro colline attorno al villaggio saranno rimpiazzate da quattro enormi voragini, alterando definitivamente il paesaggio e l’ecosistema. Balici dice anche che i siti archeologici al di fuori del centro saranno ditrutti. Una delle conseguenze più gravi, però, è l’inquinamento da cianuro. L’Ong «Romania libera dal cianuro» dice che Gold prevede di usare ogni anno a Rosia da 10 a 13 milioni di chili di cianuro. Una ricerca condotta da questa Ong da cianuro afferma che la sostanza velenosa sarà stoccata in vasche protette, ma il cianuro potrebbe facilmente infiltrarsi nel suolo e nelle falde acquifere. In più il pericoloso acido cianidrico sarà rilasciato nell’atmosfera. Anche se la multinazionale afferma che aiuterà a migliorare la vita della comunità invece di distruggerla, lo sradicamento è già iniziato. Le famiglie sono state pagate per dissotterrare i propri cari e seppellirli fuori Rosia. Una parte dei cittadini non accetterebbe mai il piano della Gold, un’altra parte ha scelto invece il lavoro e i lauti prezzi delle case offerti dalla Gold. «Qui a Rosia siamo divisi a metà», dice Rodica, propietaria di un negozio. Le case acquistate dall’azienda canadese riportano cartelli che dicono «Proprietà della Gold Corporation». Su altre case è invece scritto «Questa casa NON è in vendita». Appena entrati nel paesino si respira un’atmosfera tesa. Rodica, che si è rifiutata di vendere la propria casa alla Gold, denuncia che è stata costretta a sbarazzarsi dei maiali peché la multinazionale la minacciava di citarla in giudizio per il cattivo odore degli animali. All’inizio Marti, un altro abitante ostinato a rimanere, aveva ricevuto dei regali dall’azienda canadese, ma quando è stato chiaro chiaro che non avrebbe mai venduto la propria casa, sono arrivate le intimidazioni. Zelo Ornea, uno dei più espliciti oppositori di Gold, dichiara di aver ricevuto minacce di morte. Anche la religione è stata coinvolta. Mentre ufficialmente tutte le confessioni presenti a Rosia [ortodossi, cattolici e protestanti] si oppongono al progetto, numerosi fedeli hanno dichiarato a Ips che il prete della locale chiessa ortodossa ha innalzato preghiere per la multinazionale durante la messa. Con lo scontro in atto, ci sono buone ragioni per sperare che gli abitanti del villaggio che si oppongono alla Gold vinceranno. Le autorità hanno momentaneamente sospeso le autorizzazioni ambienatali per il progetto della Gold. Il Partito socialdemocratico, il più grande partito di opposizione in Romania, il 24 settembre ha annunciato che proporrà una legge per proibire l’uso del cianuro nell’estrazione dell’oro. Gli abitanti che resistono alla Gold sanno che non si può fare affidamento sulle dichiarazioni dei politici e contano solo sulle proprie forze. «Persone che sono dalla nostra parte possiedono case e terreni in posizioni stategiche per la Gold–dice Zelo Ornea–E niente potrà convincerci a cedere vendendo alla multinazionale. Penso che questa volta vinceremo».

Fonte: Carta

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