I NUOVI ITALIANI di Corrado Giustiniani
Fini si rinnega, ma i romeni voteranno
pubblicato il 26-02-2008
«I tempi sono maturi per discutere di diritto di voto, almeno amministrativo, per le persone immigrate». Così parlò Gianfranco Fini, da vicepremier del governo Berlusconi, in un famoso discorso al Cnel, il 7 ottobre 2003. E, nemmeno dieci giorni dopo, An aveva già presentato un suo disegno di legge in un unico articolo, per poter assicurare tale diritto. Poi tutto venne insabbiato. E oggi Fini si rinnega: «Nel programma del Pdl - ha dichiarato infatti perentoriamente - Il voto agli immigrati non c'è e non ci sarà».I tempi, dunque, sono tornati immaturi. Che è successo in questi cinque anni? Non è cambiata la legge sull'immigrazione: siamo sempre amministrati dalla Bossi-Fini. E' forse questa che ha fatto "smaturare" i tempi? Da allora, piuttosto, sono cresciuti a dismisura gli stranieri che pagano regolarmente le imposte locali e che avrebbero quindi diritto a dire la loro su come viene guidata una città. Ed è l'Unione europea a raccomandare il diritto di voto alle amministrative per chi soggiorna da almeno cinque anni in un paese membro.Se il tentativo è quello di impedire, ad esempio, ai romeni di decidere il sindaco di una città, gli anti-voto si rassegnino: la Romania è entrata regolarmente in Europa e i loro cittadini residenti in altri paesi dell'Unione possono regolarmente votare. In Italia gli stranieri comunitari possono farlo a partire dal decreto legislativo 197 del 12 aprile 1996, che ha recepito una legge di Bruxelles. I romeni, dunque, esordiranno con le comunali del 13 e 14 aprile, e potranno votare assieme a bulgari, polacchi, tedeschi, francesi e tanti altri stranieri comunitari che risiedono nel nostro paese.
Fonte: Il Messaggero.
Fini si rinnega, ma i romeni voteranno
pubblicato il 26-02-2008
«I tempi sono maturi per discutere di diritto di voto, almeno amministrativo, per le persone immigrate». Così parlò Gianfranco Fini, da vicepremier del governo Berlusconi, in un famoso discorso al Cnel, il 7 ottobre 2003. E, nemmeno dieci giorni dopo, An aveva già presentato un suo disegno di legge in un unico articolo, per poter assicurare tale diritto. Poi tutto venne insabbiato. E oggi Fini si rinnega: «Nel programma del Pdl - ha dichiarato infatti perentoriamente - Il voto agli immigrati non c'è e non ci sarà».I tempi, dunque, sono tornati immaturi. Che è successo in questi cinque anni? Non è cambiata la legge sull'immigrazione: siamo sempre amministrati dalla Bossi-Fini. E' forse questa che ha fatto "smaturare" i tempi? Da allora, piuttosto, sono cresciuti a dismisura gli stranieri che pagano regolarmente le imposte locali e che avrebbero quindi diritto a dire la loro su come viene guidata una città. Ed è l'Unione europea a raccomandare il diritto di voto alle amministrative per chi soggiorna da almeno cinque anni in un paese membro.Se il tentativo è quello di impedire, ad esempio, ai romeni di decidere il sindaco di una città, gli anti-voto si rassegnino: la Romania è entrata regolarmente in Europa e i loro cittadini residenti in altri paesi dell'Unione possono regolarmente votare. In Italia gli stranieri comunitari possono farlo a partire dal decreto legislativo 197 del 12 aprile 1996, che ha recepito una legge di Bruxelles. I romeni, dunque, esordiranno con le comunali del 13 e 14 aprile, e potranno votare assieme a bulgari, polacchi, tedeschi, francesi e tanti altri stranieri comunitari che risiedono nel nostro paese.
Fonte: Il Messaggero.
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