La comunità romena di Viterbo si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza da casa.
Informazioni utili per i romeni che vivono a Viterbo e per tutti i viterbesi e gli stranieri della Provincia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e sentirsi partecipi alla vita della città.

Bun gasit pe site!

Benvenuto!

venerdì 25 gennaio 2008

Pmi italiane nel mercato romeno


XV, 23 gennaio 2008
Astaldi ma non solo, anche Ansaldo e Eni
Dietro l'affare dell'Astaldi i cambiamenti economici della Romania
Andrea Mattiello (ICE): "Il paese molto meno attrattivo per le Pmi italiane che o vanno in mercati piu' lontani come India e Cina oppure in paesi limitrofi dove il livello economico e' inferiore, come Moldavia o Ucraina". Diminuisce il lavoro "per conto terzi"

La multinazionale italiana Astaldi SpA, presente sul mercato romeno da oltre 20 anni, si è aggiudicata la gara d'appalto per la ristrutturazione dell'Aeroporto Internazionale "Henri Coanda" di Otopeni. Un periodo d’oro per il gruppo italiano con sede a Roma che la scorsa settimana si era aggiudicato un appalto altrettanto straordinario per la costruzione di una linea metropolitana di Istanbul. Il contratto aggiudicatosi oggi in Romania ha un valore di 76 milioni di euro per realizzare la terza tappa del progetto di sviluppo ed ammodernamento dell'Aeroporto. “La maggiore ricchezza del paese vissuta negli ultimi anni – ha detto Andrea Mattiello, vice direttore dell’ufficio ICE in Romania, interpellato da News ITALIA PRESS - ha comportato l’avvio di grandi lavori, cosa che sta permettendo alle grandi compagnie, italiane e straniere, di fare investimenti proficui nella regione, ne è un esempio proprio quello dell'Astaldi. Ma ve ne sono altri come la partecipazione di Ansaldo alla gara per la realizzazione di due reattori nucleari. Il settore delle infrastrutture, quello edilizio, delle comunicazioni ed energetico, nel quale per esempio l'Enel è il maggior fornitore di energia della regione, sono le nuove mete dell'industria italiana”. L'Astaldi effettuerà i lavori per l'estensione del terminal arrivo dei passeggeri, rinnoverà il salone ufficiale, riorganizzerà il flusso passeggeri e costruirà un nuovo parcheggio auto. Astaldi ha già realizzato le prime due fasi dello stesso progetto aggiudicandosi contratti per un valore totale di 214 milioni di euro. In Romania, Astaldi è molto attiva e si è aggiudicata altri grandi progetti, tra cui i lavori di riabilitazione dell'aeroporto di Cluj-Napoca, alcuni tratti dell'autostrada Bucarest-Costanza e la costruzione dello Stadio Nazionale di Bucarest, assieme alla società Max Boegl, per un valore di 120 milioni di euro, pari al 40% della commessa. I principali competitor della compagnia sul mercato locale sono: FCC (Spagna), Strabag (Austria), Lena (Portogallo) e Bouygues (Francia).
Il Premier romeno Tariceanu, in occasione dei dibattiti preliminari per la predisposizione della bozza di bilancio 2008, aveva illustrato a fine anno le previsioni economiche per la Romania per l'anno 2008: raggiungimento di un Prodotto Interno Lordo pari ad un valore di oltre 125 miliardi di euro con una crescita del 6,5% rispetto al 2007; riduzione del tasso di inflazione al 3,8%; deficit di bilancio entro il 3% del PNL, come stabilito nei criteri fissati dall'accordo di Maastricht. I principali obiettivi da tenere in considerazione, aveva dichiarato il Premier romeno, sono la rapida riduzione del gap ancora esistente rispetto agli altri Paesi dell'Unione Europea ed il miglioramento degli standard di vita dei cittadini romeni. Per il raggiungimento di tali obiettivi il Governo ha predisposto una politica liberista, basata sull'abbattimento delle tasse e dei contributi sociali sia per gli imprenditori sia per i lavoratori, per accrescere i profitti delle imprese, stimolare i consumi e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Una politica che necessita naturalmente del Know How più avanzato, molto spesso di quello italiano. Lo sviluppo economico è quindi legato a una spinta politica di carattere liberista che ben accoglie gli investimenti esteri diretti. L’Italia è al quinto posto per stock di capitale investito, ma al primo posto per numero di imprese (quasi 14.000)7. Questo dato esprime la principale caratteristica degli investimenti italiani: la loro presenza con tantissime piccole e medie imprese più che con grandi gruppi. “Siamo il 1° paese come numero di investimenti, ma il quinto come capitale investito (i primi 4 sono Olanda, Austria, Francia e Germania) – conferma Mattiello- perchè prevalentemente sono le PMI ad andare in Romania”. Gli investimenti esteri diretti italiani sono infatti effettuati in maggioranza dalle Pmi, provenienti soprattutto da distretti industriali o da aree a forte specializzazione, prevalentemente del nord-est che dispongono però di limitate capacità finanziarie. Questo spiega anche la forma in cui gli Ide si presentano: Pmi totalmente o parzialmente controllate da capitale italiano, in alcuni casi organizzate a loro volta in proto-distretti. Nessuna impresa italiana è tra le principali investitrici del paese. Mattiello però vede segnali di cambiamento: “ In realtà le cose ora stanno cambiando. Negli anni 90 erano le aziende ad alta intensità di lavoro, specie venete che, grazie a vicinanza geografica, affinità culturale, linguistica (qui molti parlano italiano) e per il minor costo del lavoro andavano in Romania. In particolare erano industrie venete, del settore tessile, o meccanico (si assemblavano parti in Romania e le si rispedivano in Italia)... Negli ultimi anni, specie dal 2000 in poi vantaggio competitivo del paese è diminuito, ancora di più con l'ingresso in Europa. La crescita economica e di conseguenza dei salari (anche se un salario medio si aggira ancora sui 3-400 euro), la possibilità di circolare liberamente in Europa e quindi andare in paesi dove gli stipendi sono maggiori, con la conseguente penuria di manodopera specializzata, hanno reso il paese molto meno attrattivo per le Pmi italiane che o vanno in mercati più lontani come India e Cina oppure in paesi limitrofi dove il livello economico è inferiore, come Moldavia o Ucraina”
Non è però ancora giunto il momento di abbandonare Timisoara, che ancora viene chiamata la “ottava provincia veneta” o le altre zone storiche di attrazione di investimenti italiani.L'anno 2007, per esempio, è stato molto prolifico per l'area industriale di Botosani, con oltre 150.000 euro ricavati dagli investimenti esteri diretti, di cui oltre la metà di origine italiana. Secondo i dati forniti dal Registro del Commercio, sono state registrate più di 26 società italiane specializzate nel settore edile, agricoltura o commercio, a differenza degli anni 2000-2004 in cui la maggior parte degli investimenti riguardavano il settore delle confezioni. L'Italia si posiziona quindi al primo posto tra i Paesi investitori nella regione, a notevole distanza dalla Repubblica Moldova e dalla Francia, che hanno costituito rispettivamente 4 e 3 aziende. I dati del Registro del Commercio non costituiscono una sorpresa. Negli ultimi dieci anni quasi tutte le imprese italiane hanno basato le loro attività su contratti “per conto terzi”, ovvero importare dall’Italia semilavorati e, dopo la lavorazione in loco, esportare verso l’Italia i prodotti finiti. Tale sistema di lavorazione si sostanzia attraverso il cosiddetto traffico di perfezionamento passivo (Tpp) nel quale l’impresa committente (italiana) “acquista” dal partner romeno (spesso un’impresa a totale oparziale proprietà italiana) la manodopera per la lavorazione di semilavorati e/o materieprime da essa stessa forniti. Il terzista lavora seguendo determinati standard produttivi (qualità, tecnologia da adottare ecc.) fissati dal committente. I settori nei quali operava la maggior parte delle imprese italiane in Romania erano quelli caratterizzati da una forte incidenza di costi per manodopera non qualificata (tessile, abbigliamento, cuoio, calzature, ma anche lavorazione del legno e elettronica di consumo) e proprio in questi settori gli imprenditori italiani potevano godere dei bassi costi. A Botosani l'ambiente d'affari italiano si è adeguato alle nuove condizioni economiche generate da un certo declino di questo lavoro in conto terzi, dalla concorrenza cinese nel settore confezioni, dal recente apprezzamento del Leu in rapporto all'Euro; ci si è rivolti pertanto a nuove forme di investimento in settori quali l'edilizia, l'agricoltura, il commercio e la ristorazione. Si tratta di un fenomeno più generale che riguarda l'intera Romania ad un anno dall'adesione all'Unione Europea e che l'Astaldi sembra aver saputo cogliere.
News ITALIA PRESS

Nessun commento:

Posta un commento