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martedì 29 gennaio 2008

Banche: Abi, sono 1,4 milioni gli immigrati clienti


29/01/2008
Sette nuovi cittadini su dieci sono integrati finanziariamente

Sette immigrati su dieci sono clienti di banca. Sono quasi 1 milione e mezzo gli immigrati che si possono ritenere a pieno titolo integrati finanziariamente in Italia. Solo due anni fa era un milione, circa un terzo in meno. E' quanto emerge dalla ricerca ABI - CeSPI sull'Analisi dei bisogni finanziari e assicurativi degli immigrati in Italia, presentati oggi al Forum sulla Responsabilita' sociale d'impresa. Aprendo i lavori Giuseppe Zadra, il direttore generale dell'ABI, ha sottolineato che ''Le banche italiane si sono attivate per rispondere subito alla domanda dei migranti.
Possiamo contare su una fascia di nuovi clienti affidabili e attivi''. I migranti con conto corrente sono passati da 1.058.000 a 1.410.000 in due anni, con un aumento di 352.000, andando dal 60% al 67% del totale delle persone provenienti dai paesi non Ocse. La popolazione di migranti adulti in Italia nel periodo 2005-2007 e' passata da 1.752.694 residenti non Ocse (dato Dicembre 2004) ai 2.119.188 (dato Dicembre 2006), registrando un aumento del 20,9%. L'incremento della bancarizzazione e' nettamente superiore a quello della della popolazione migrante. Il territorio dove si risiede incide sensibilmente. I diversi contesti produttivi, economici e sociali hanno forti ripercussioni nel rapporto degli immigrati con le banche. A Milano ha rapporti con la banca il 71,3%, a Roma il 52,6 ed a Palermo il 38%. Il luogo di residenza influisce trasversalmente anche all'interno delle stesse comunita' nazionali. E cosi' il tasso di bancarizzazione degli immigrati dal Marocco a Milano e' del 79,2%, mentre a Palermo e' del 41,3%. I rumeni bancarizzati a Milano sono il 71,2%, rispetto al 51,1% di Perugina e al 45,3% di Roma.
Il Paese di origine ha comunque un suo peso. Tra i piu' bancarizzati Ecuadoriani (73,1%), Albanesi (67,4%), Egiziani (62,8%), Senegalesi (59,3%), Ghanesi (57,7%) e Marocchini (55,7%). Gli uomini titolari di conto corrente sono il 60,4%, mentre le donne il 50,4, nonostante a livello di presenza numerica i generi quasi si equivalgano. Quando la presenza femminile e' piu' numerosa il quadro cambia, come nei casi della comunita' ecuadoriana e rumena dove la bancarizzazione femminile e' superiore del 9% e del 4% a quella maschile. Il tempo di permanenza e' l'altro fattore che incide decisamente nel processo di bancarizzazione. Piu' si resta in Italia piu' si entra in relazione con la banca. L'aumento si puo' collegare al miglioramento della posizione lavorativa e alla maggiore stabilita' contrattuale. L'indice di bancarizzazione e' superiore alla media in caso di lavoro dipendente a tempo indeterminato (70,5%), di lavoro autonomo regolare (69,6%) e di contratto a progetto (67,7%). Il lavoro e' un fattore importante nel percorso di inclusione finanziaria.
La necessita' di accreditare lo stipendio da parte del datore di lavoro e' il primo motivo di bancarizzazione (52,3%), seguita dal desiderio di mettere al sicuro il denaro (40,9%) e dall'opportunita' di risparmiare (39%). Cresce il flusso di denaro verso le aree di provenienza. Nel 2006 le rimesse dall'Italia sono state pari a 4,35 miliardi di euro secondo i dati Uic. In media 1.900 euro a migrante. Nel periodo 2004 - 2006 il dato complessivo e' stato pari a 10,9 miliardi di euro. Nel 2006, la Romania e' il primo paese di destinazione delle rimesse dall'Italia con oltre 770 milioni di euro. Seguono la Cina con circa 700 milioni, le Filippine con 500 milioni, il Marocco con circa 290 milioni, il Senegal con 200 milioni. L'ammontare delle rimesse inviate in Albania e' pari a 138 milioni di euro, mentre sono stati inviati in Bangladesh ed Ecuador circa 100 milioni di euro.
Secondo l'indagine ABI - CeSPI il 77,6% invia denaro nel paese d'origine. Oltre all'area di provenienza ha il suo peso la zona di residenza. Guidano la classifica delle comunita' con maggiori volumi d'invio i marocchini e i cinesi di Milano, i filippini di Roma, i senegalesi e gli ecuadoriani di Milano (attorno al 90% di persone che inviano). Circa l'ammontare inviato, in piu' del 51,2% vengono indicate cifre comprese tra i 101 e i 300 euro. La gran parte dei migranti manda denaro almeno una volta ogni 2-3 mesi (il 63,9% del totale), mentre il 38,4 invia almeno una rimessa al mese. Il trasferimento verso i propri paesi di origine e' quindi estremamente frequente e diffuso. Il volume del danaro inviato non diminuisce in maniera significativa con il prolungarsi della permanenza. L'80% degli immigrati con un'anzianita' migratoria di oltre dieci anni continua ad inviare rimesse. Servizi bancari. Oltre l'80% dei migranti bancarizzati intervistati usa il conto corrente, il 65% il bancomat e circa il 40% i servizi di accreditamento dello stipendio e addebito sul conto delle utenze. I prodotti collegati al credito (mutui e prestiti personali) sono utilizzati dal 23% dei migranti bancarizzati e circa il 20% fa uso degli assegni bancari e del libretto di risparmio. Le donne utilizzano di piu' i libretti di risparmio (23% rispetto al 19% degli uomini), le carte di credito pre-pagate (17% rispetto al 14,8%) e le rimesse (13,7% rispetto all' 11,8%). Le donne generalmente si occupano delle spese ordinarie e del risparmio della famiglia, mentre agli uomini e' affidata la gestione straordinari, per esempio la richiesta dei mutui casa. Il migrante che chiede credito in prevalenza sottoscrive un mutuo (il 90% di chi ha chiesto un mutuo e' andato in banca) oppure chiede un prestito personale (il 41% dei prestiti personali e' stato attivato in banca. L'acquisto della casa in Italia e dell'auto o della moto sono le ragioni principali per chiedere un finanziamento.
Fonte: Vita.

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