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lunedì 14 gennaio 2008

Cure ai neocomunitari, l’Asgi chiede l’intervento del governo

SALUTE
Cure ai neocomunitari, l’Asgi chiede l’intervento del governo
ROMA - L'Associazione studi giuridici sull'immigrazione si rivolge al governo per sollecitare un intervento immediato sul problema dell'accesso ai servizi sanitari dei cittadini comunitari. In una lettera l'associazione chiede "parità di trattamento dei cittadini comunitari rispetto agli extracomunitari". Nel 2008 romeni e bulgari non potranno più curarsi con la tessera Stp (Straniero temporaneamente presente". Dopo l'ingresso dei due paesi nell'Unione europea l'efficacia del tesserino, riservato agli extracomunitari che non possiedono un permesso di soggiorno, era stato proprogato per tutto il 2007, ma ora i cittadini comunitari non potranno più usare questo documento.Con l'ingresso di Romania e Bulgaria sono infatti cambiate le condizioni per il soggiorno dei cittadini provenienti da questi paesi e anche quelle per usufruire dei servizi sanitari. Non potere più accedere ai servizi con la tessera Stp è un problema per i molti neocomunitari che si trovano in una situazione di indigenza. Una difficoltà segnalata in questi giorni non solo dall’Asgi, ma da molte associazioni e da diverse Regioni. Nella lettera l’Asgi chiede siano prese in considerazione le categorie di cittadini comunitari che non possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale. Fra le a rischio ci sono, ad esempio, donne incinte o puerpere, le vittime di tratta o grave sfruttamento. Per loro la legge garantisce solo le prestazioni urgenti. “La situazione attuale sta producendo conseguenze molto gravi in termini di tutela della salute individuale, in particolare per coloro che necessitano di cure essenziali (anche a carattere continuativo), benche' non strettamente urgenti – denuncia l’Asgi - ; le donne che necessitano di prestazioni relative alla tutela della gravidanza e della maternita' o all'interruzione di gravidanza. A questo proposito si segnala un rilevante rischio di aumento del ricorso ad aborti clandestini da parte delle donne che non dispongono delle risorse necessarie. Penalizzati anche i minori, sia alla nascita (per la mancata tutela della maternita' di cui sopra) sia successivamente. Si rileva inoltre come il mancato accesso all'assistenza sanitaria implichi conseguenze negative anche a livello di tutela della salute pubblica (si pensi ad esempio alle vaccinazioni e alla profilassi e cura delle malattie infettive)".
L’Asgi rivolge inoltre un appello a tutte le associazioni che si occupano di immigrazione di aderire all’appello entro lunedì 14 gennaio, inviando la loro adesione alla segreteria: info@asgi.it.
(14 gennaio 2008)
Fonte: Metropoli - La Repubblica.

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