Esteri
La prima visita del Ministro degli Esteri D'Alema in terra romena
Prima di incontrare i romeni, in mattinata D'Alema si era recato a Chisinau in Moldovia
Bucarest, 10 gen.- Visita lampo ieri del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema in Moldavia e Romania, paesi che in comune hanno la lingua neolatina ma che per altro sono stati divisi dalla storia della seconda metà del novecento. Stato satellite dell’Unione Sovietica ma da questa superpotenza indipendente ed autonoma ai tempi del dittatore Ceausescu, la Romania si è liberata cruentamente del comunismo ed ora, dopo essersi dotata di istituzioni democratiche fa parte sia della Nato che dell’Unione Europea.
La prima visita del Ministro degli Esteri D'Alema in terra romena
Prima di incontrare i romeni, in mattinata D'Alema si era recato a Chisinau in Moldovia
Bucarest, 10 gen.- Visita lampo ieri del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema in Moldavia e Romania, paesi che in comune hanno la lingua neolatina ma che per altro sono stati divisi dalla storia della seconda metà del novecento. Stato satellite dell’Unione Sovietica ma da questa superpotenza indipendente ed autonoma ai tempi del dittatore Ceausescu, la Romania si è liberata cruentamente del comunismo ed ora, dopo essersi dotata di istituzioni democratiche fa parte sia della Nato che dell’Unione Europea.
La Moldavia invece è sempre appartenuta territorialmente all’Urss, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale sino al dissolvimento di questa non è stata sufficientemente capace a agguantare per tempo il treno dello sviluppo e della democrazia una volta caduto il comunismo, tanto da essere tuttora governata da un premier filosovietico come Basile Tarlev. Anche se D’Alema al termine dei colloqui con il Ministro degli Esteri di Chisnau Andrei Stratan si è dichiarato soddisfatto del processo democratico avviato in Moldovia, in realtà a Chisinau la democrazia è ancora molto debole, la criminalità impera e la fame interessa quasi il settanta per cento della popolazione. In questo scenario che fa della Moldovia il più povero ed arretrato stato dell’Europa insieme all’Albania, ben si comprende come la prima fonte di guadagno per la criminalità locale sia il traffico di clandestini e di giovani ragazze da destinare al florido mercato della prostituzione verso i ricchi lidi dell’Europa Occidentale, Italia compresa.
D’Alema a Chisnau ha sottoscritto un accorso bilaterale tra i due paesi che impegna l’Italia a sostenere la marcia d’avvicinamento di quello sfortunato paese verso l’Unione Europea e che in particolar modo impegna le autorità Moldave a combattere con maggior efficacia la criminalità locale che preoccupa non poco le altre cancellerie europee, in primo luogo Bucarest, vittima ultimamente di una guerra diplomatica scatenatagli contro dal debole vicino.
La Romania è infatti il primo approdo comunitario per molti immigrati clandestini gestiti dalla delinquenza moldava e lo stesso equilibrio sociale romeno è non poco disturbato da questa presenza molte volte non gradita. L’Italia poi si è proposta come paciere nell’annosa questione della Transdniestra: la regione russofona nominalmente sotto sovranità moldava che non accetta di essere parte di un paese in gran parte romenofono, dove ancora stazionano reparti dell’esercito russo e dove qualcuno vagheggia la possibilità di rendersi indipendenti da Chisinau, seguendo l’esempio del Kosovo.
Proprio la sfortunata regione serba è stata invece oggetto dei colloqui che D’Alema ha avuto a Bucarest con il Ministro degli Esteri romeno Adrian Cioroianu che, pur rimanendo distante dalle posizioni italiane favorevoli all’indipendenza condizionata di Pristina ha assicurato il governo italiano sul fatto che non sarà la Romania a spaccare l’Unione Europea qualora a Bruxelles si discuterà di Kosovo.
Con il primo ministro Tariceanu poi D’Alema ha firmato una Dichiarazione di parternariato strategico, su richiesta dei molti industriali italiani che in Romania hanno investito e che D’Alema ha incontrato prima di tornare a Roma, dal momento che i rapporti economici tra Italia e Bucarest sono molto solidi e fiorenti. L’Italia è il quinto investitore straniero in Romania ed i suoi capitali da soli rappresenta più del 6% di tutti i capitali investiti nel paese danubiano. Nel 2007 poi l’interscambio tra i due paesi ha superato gli undici miliardi di Euro, quasi una “ finanziaria leggera”.
Sotto il profilo della lotta alla criminalità D’Alema ha illustrato a Tariceanu il senso del nuovo decreto per le espulsioni dei cittadini comunitari adottato da Roma, ribadendo come sia lontana dalle posizioni del governo italiano qualsiasi idea di deportazione di massa dei romeni al di fuori dei confini italiani. Una rinnovata amicizia quindi quella siglata ieri a Bucarest da D’Alema insieme a Tariceanu per la prima visita in terra romena del Ministro degli Esteri del governo Prodi. Forse sarebbe stato il caso di compierla prima dell’ingresso di Bucarest nell’Unione questa visita, ma tant’è.
di Sergio Bagnoli
Fonte: La Voce.
di Sergio Bagnoli
Fonte: La Voce.
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