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mercoledì 12 dicembre 2007

Il governo romeno: "Lavoratori romeni tornate in Romania"

Bucarest Il governo romeno: "Abbiamo bisogno di lavoratori" Il ministro Silaghi vorrebbe riportare in patria gli 800 mila che vivono in Italia. Cehan (Gazeta Romaneasca): "Ma in Romania gli stipendi sono dieci volte più bassi"
BUCAREST - "Lavoratori romeni, tornate in Romania". L'appello sempre più frequente del governo romeno, alle prese con una forte mancanza di manodopera nel Paese, è stato rinnovato ieri a Bucarest dal ministro per le piccole e medie imprese Ovidiu Silaghi, al termine di un incontro con il ministro italiano per il commercio internazionale Emma Bonino. Silaghi ha invitato le grandi aziende che hanno dipendenti romeni in Italia ad aprire filiali in Romania per farli tornare a casa. ''Attualmente - ha ricordato il ministro - sono gia' 23.500 le imprese italiane che operano in Romania a fronte di circa 800 mila romeni che lavorano in Italia. Sono 800 mila anche i lavoratori romeni che lavorano in Spagna, ma le imprese spagnole in Romania sono solo 2.400'', questo, secondo Silaghi, e' un dato "significativo" di per se. Il ministro ha indicato almeno 3 motivi per investire in Romania: "i fondi disponibili, la flat-tax (una tassa fissa del 16% sui ricavi) e il costo della mano d'opera che e' ancora competitivo". Ma oltre di investitori il Paese ha anche bisogno "degli operai romeni che ora lavorano in Italia" che potrebbero essere attirati con l'innalzamento dei livelli salariali e con l'aumento di offerta di posti di lavoro. "La mancanza di manodopera in Romania si è sentita molto negli ultimi due anni, addirittura un mese fa il ministro del Lavoro ha detto per non frenare la crescita economica servirebbero un milione e mezzo di lavoratori. Già ora si 'importano' operai dalla Cina, dall'Ucraina, e ci sono anche alcuni programmi finanziati dal governo che prevedono facilitazioni di ogni tipo per i romeni che rimpatriano" commenta Sorin Cehan, direttore del mensile Gazeta Romanesca. "In Romania però gli stipendi sono dieci volte inferiori a quelli dell'Europa dei 15. - aggiunge Cehan - Il nostro primo ministro dice non possiamo comportarci come un paese esportatore di manodopera: sulle dichiarazioni siamo a posto, ma se i lavatori torneranno o meno si vedrà…".
(11 dicembre 2007)
Fonte: Stranieri in Italia

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