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sabato 15 dicembre 2007

2.725 i detenuti romeni nelle carceri italiane

SICUREZZA/ QUASI 3.000 I DETENUTI ROMENI NELLE CARCERI ITALIANE
Presidente Csm Romania: ma non criminalizzate intera comunità

Roma, 14 dic. (Apcom) - Sono poco meno di 3.000, per la precisione 2.725 secondo i dati aggiornati alla fine di ottobre, i romeni detenuti nelle carceri italiane. Nella maggior parte dei casi per furti (32%) e rapine (9,8%). Solo negli istituti penitenziari del Lazio sono reclusi 634 cittadini della Romania, in quelli della Lombardia ce ne sono 360, 236 nelle carceri del Piemonte, 160 in Veneto. "Cifre veramente preoccupanti", ha ammesso il presidente del Csm romeno Anton Pandrea, che oggi a Palazzo dei Marescialli ha incontrato i rappresentanti dell'organo di autogoverno della magistratura italiano per rinsaldare la cooperazione tra gli organismi dei due Paesi. Ma attenzione a criminalizzare l'intera comunità romena che vive in Italia, ha avvertito Pandrea, lamentando la "reazione emotiva" con cui l'Italia ha reagito al recente omicidio di Giovanna Reggiani, avvenuto a Roma. All'indomani di quel delitto i rappresentanti del Csm romeno hanno scritto al vicepresidente del Csm italiano Nicola Mancino, esprimendo il loro "estremo dispiacere" per quanto accaduto.
"Di fronte a questo delitto lo Stato italiano ha reagito emotivamente - ha detto il presidente del Csm romeno durante una conferenza stampa al termine dell'incontro con i colleghi italiani -. Ma è un'idea pericolosa pensare che un'intera comunità sia colpevole. Bisogna guardare con oggettività e analizzare i singoli casi, non colpevolizzare un'intera comunità". In Romania ci sono processi a carico di cittadini italiani, "anche per omicidio e furto", ma "mai i romeni hanno accusato l'intera comunità del vostro Paese": "I reati commessi dagli italiani in Romania non hanno lo stesso clamore che hanno in Italia".
Un invito a "non generalizzare" raccolto dai rappresentanti del Csm italiano. "E' sbagliato - ha detto il consigliere laico di centrosinistra Mauro Volpi, presidente della Commissione sulle riforme - che, a livello normativo, si reagisca sotto l'impulso dell'emotività. Serve razionalità". Volpi ha richiamato l'esempio del dl sulle espulsioni, approvato dal governo proprio sull'onda della reazione suscitata dall'omicidio Reggiani, ma al quale poi "fortunatamente sono state apportate correzioni opportune". Servono interventi ora, ha aggiunto, per "favorire l'integrazione di quelle migliaia di cittadini romeni che lavorano in Italia, con fatica: li voglio ringraziare, perchè contribuiscono al nostro sviluppo economico".
A ridimensionare l'allarme sulla presenza criminale romena in Italia è stato, poi, il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo: "Non c'è nessun allarme in materia di criminalità organizzata riferibile alla Romania", ha detto, sottolineando anche la "storica collaborazione" tra le magistrature dei due Paesi. Un rapporto destinato a rinsaldarsi ulteriormente dopo l'accordo firmato il 17 novembre scorso dai ministri della Giustizia per la nomina di magistrati di collegamento. La Romania ne ha già nominati due, "il Csm - ha anticipato il consigliere togato Fabio Roia - solleciterà il Guardasigilli Mastella perchè attivi la procedura per la nomina di almeno un magistrato italiano da destinare al ministero della Giustizia romeno".
Fonte: Virgilio Notizie

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