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venerdì 28 marzo 2008

Amministrative: Il diritto di voto è anche dei romeni e il voto è libero e segreto.

Nella città di Viterbo il 13 e il 14 aprile segna il primo appuntamento dei cittadini romeni con le elezioni amministrative, con la scelta diretta di chi ci rappresenterà nel Comune. Si eleggeranno i consiglieri comunali ed il sindaco.
L’imponente risposta dei cittadini romeni di richiedere l’iscrizione nelle liste elettorali aggiunte indica un interessamento diretto e concreto a partecipare all’amministrazione della città, ma soprattutto a delegare i propri bisogni a chi eleggeranno.
Sfortunatamente dei 4mila romeni residenti a Viterbo potrà votare una parte di loro, e cioè coloro che hanno fatto richiesta di iscrizione presso l’ufficio elettorale tra il 28 febbraio e il 4 marzo. In soli cinque giorni lavorativi, appena indette le elezioni, quando buona parte degli italiani non aveva ancora recepito la notizia delle elezioni, molti dei miei concittadini, hanno saputo rispondere prontamente, sacrificando in alcuni casi una giornata di lavoro per ottenere il diritto di voto. Questo per poter essere rappresentati, perché, malgrado molti a volte se ne dimentichino, lavoriamo e paghiamo le tasse alla pari dei cittadini italiani, contribuiamo al benessere e alla crescita economica del paese e della città, e abbiamo le stesse esigenze dei nostri concittadini viterbesi, sanità, scuola, locazione, per citarne alcuni, oltre a quelli collegati allo stato di immigrato comunitario, peraltro non pochi.
La cospicua affluenza di iscrizioni nelle liste aggiunte ci permetterà di eleggere più di due consiglieri e di avere un peso non indifferente nell’elezione del sindaco, sia al primo turno che al ballottaggio. I candidati dovranno tenerne conto e dimostrare interesse ai temi dell’integrazione e della tolleranza.
Colgo l’occasione per denunciare una situazione poco consona per un paese democratico, che è accaduta nei giorni scorsi a Viterbo: candidati nelle liste hanno spinto romeni ad iscriversi all’ufficio elettorale e convincere altri come loro a farlo con la minaccia di essere “mandati via” dal posto di lavoro o dall’abitazione in affitto. E i casi di questo tipo denunciati tra connazionali sono numerosi. Vorrei quindi esortare questi signori, che vorrebbero tanto rappresentarci, di ricordarsi che il voto è “personale ed eguale, libero e segreto”. E questo è sancito dalla Costituzione italiana, che costoro dovrebbero ben conoscere per poter ambire ad un eventuale incarico comunale.
Concludo dicendo ai miei connazionali di non demordere per gli ostacoli incontrati, di andare al voto il 13 e il 14 aprile e di votare liberamente e secondo coscienza chi si ritiene meritevole di stima ed è tollerante e propenso verso l’altro. C’è ancora tempo per analizzare la situazione politica nazionale, ma soprattutto locale, per fare la propria scelta. Ricordiamoci che la nostra vita non è di soli doveri, ma anche di diritti. Ed il diritto di voto ce l’abbiamo. Facciamoci valere.
(Catalina Sava)

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