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sabato 26 luglio 2008

Grosseto: Solidarietà per il rumeno scomparso


TRAGEDIA
"Era una persona stupenda"

Dopo l'incidente che è costato la vita a Gheorghita Arsenoaia, schiacciato da un albero, sono state richieste ulteriori verifiche sull'organizzazione del lavoro. Il comune sta pensando ad un aiuto e garantisce piena disponibilità. "Era un ragazzo fantastico - hanno detto i colleghi - un esempio di integrazione"

Grosseto, 25 luglio 2008 - Tecnici della medicina del lavoro, diretta dal professor Pietro Catalano, sono ancora alle Macchie di Arcidosso, dove Gheorghita Arsenoaia ha perso la vita, schiacciato da un albero. Aveva 27 anni. Insieme ai carabinieri i tecnici dell’Asl stanno preparando i fascicoli da inviare in Procura. Gli accertamenti si stanno concentrando sull’organizzazione del lavoro, alla Ctm di Santa Fiora, una piccola impresa con dodici dipendenti, di cui è presidente il vice sindaco Stefano Martini, al quale il sostituto procuratore Rosa Valotta ha già inviato un avviso di garanzia.

Un atto dovuto, proprio perché sono in corso accertamenti, proprio perché i tecnici stanno ascoltando i quattro operai che mercoledì pomeriggio erano al lavoro, quando è avvenuta la tragedia. Secondo le testimonianze raccolte fino a questo momento il giovane indossava il casco di protezione, mentre svolgeva le sue mansioni. Casco che però non aveva ancora addosso quando è stato recuperato. Su questo e altri punti gli inquirenti coordinati dal magistrato stanno sentendo i colleghi del giovane. Un primo rapporto ha già raggiunto la Procura, che ha appunto chiesto ulteriori approfondimenti, per verificare il rispetto della normativa sulla sicurezza per il luogo di lavoro.

"Era arrivato a Santa Fiora da circa un anno e mezzo - ci racconta un suo collega - era una persona fantastica, sempre disponibile per qualsiasi cosa che gli chiedevi. Ogni giorno eravamo a cena insieme, o da me o da lui. Giorgio era una persona fantastica". Giorgio, così lo chiamavano i collegi e amici. Un esempio di integrazione scandita dal lavoro, come il sindaco Renzo Verdi conferma. "La comunità rumena è molto numerosa a Santa Fiora - ci spiega il primo cittadino - come del resto quella moldava, quella albanese, quella polacca e quella macedone. Ma con loro abbiamo un ottimo rapporto, si sono integrati e sono diventati fondamentali alla nostra economia. Gente che lavora, che merita la nostra riconoscenza e il nostro sostegno in un momento così drammatico".

Il Comune si è già proposto per aiutare la famiglia del giovane deceduto, con una sottoscrizione, forse, o comunque con atti concreti per aiutare la giovane moglie, Fiorentina, e il bambino di poco più di un anno, Robertino. "La nostra solidarietà va anche all’azienda - conclude il sindaco - perché l’imprenditore è una persona conosciuta in paese per la sua serietà e l’attenzione che ha sempre rivolto ai suoi lavoratori". "Abbiamo garantito loro la massima disponibilità a qualsiasi tipo di sostegno" — ci dice Stefano Martini, presidente della Ctm e vice sindaco di Santa Fiora.

"Siamo stati sempre disponibili perché era un ragazzo straordinario e ci siamo sempre trovati bene con lui, da quando è arrivato nella nostra azienda. Una nostra dipendente sta seguendo adesso tutti gli aspetti della vicenda".Ci sono pratiche da riempire, richieste da avanzare, questioni che è impossibile affrontare con la morte nel cuore, per la giovane moglie del tagliaboschi. Ci pensano i colleghi di Giorgio, e il suo datore di lavoro, che in questi giorni non hanno mai lasciato la donna. "Ci stiamo organizzando - afferma Martini - per ospitare i parenti, nel caso arrivassero dalla Romania, in attesa che sia concesso il permesso per l’espatrio del feretro. Possono contare su di noi".
(Riccardo Bruni)
Fonte: La Nazione

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