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venerdì 25 aprile 2008

La comunità romena festeggia la Pasqua ortodossa

La comunità romena della Tuscia festeggia la Pasqua ortodossa domenica 27 aprile, alle ore 13, presso il giardino del ristorante “Il marchese del grillo” (strada Tuscanese km 12).
Promossa e organizzata dall’associazione Ovidius, la prima edizione della “Pasqua Insieme” servirà sia come momento di ritrovo per i romeni del Viterbese, sia come scambio culturale favorendo la conoscenza delle reciproche antiche tradizioni legate appunto all’evento più importante della religione cristiana.
Ad iniziare dalla gastronomia con le uova rosse, il formaggio di pecora, l’insalata di cipolla e ravanelli, Drobul e l’arrosto d’agnello, la Pasca ripiena di formaggio, panna o cioccolato.
La tradizione vuole che le uova rosse siano legate alla passione di Gesù: nel momento in cui venne picchiato con le pietre queste si trasformarono in uova rosse. O ancora: quando la Madre si recò dal Figlio, portò con sé delle uova in un cesto che diventarono rosse con il Suo sangue sotto la croce. Infine, dopo la crocefissione, i suoi aguzzini fecero festa e uno di loro disse: "Quando risorgerà il gallo che mangiamo e diventeranno rosse le uova, soltanto allora Gesù risorgerà".
Non appena finito di parlare, le uova diventarono rosse e il gallo iniziò a battere le ali.Nella tradizione popolare romena si crede che le uova di Pasqua abbiano dei poteri miracolosi che guarirebbero malattie e proteggerebbero gli animali.
Nella mattina del primo giorno di Pasqua i bambini si lavano il viso con l'acqua del vaso nel quale sono stati messi prima un uovo rosso e una moneta d'argento, in modo che siano per tutto l'anno sani (rossi in viso come l'uovo) e puliti (e perché no, ricchi) come l'argento. In alcune regioni le uova sono dipinte di vari colori simbolici: rosso (sole, fuoco, amore), nero (eternità, stabilità), giallo (luce, ricchezza dei campi, giovinezza), verde (la forza della natura, speranza), azzurro (salute, serenità).
Si rompono nei giorni della festa secondo un rito particolare: la persona più anziana della famiglia (di solito l'uomo) picchia la testa dell’uovo nella testa dell’uovo di un altro commensale al pranzo, mentre dice: "Il Cristo è risorto!" a cui l'altro risponde: "E' vero che è risorto!".
Le tradizioni pasquali romene sono legate anche al culto dei morti. In alcune zone del Paese si usa portare in chiesa bevande e cibo che, una volta benedetti, si distribuiscono ai bisognosi nel nome dell’anima dei morti. In altre regioni si distribuiscono dei dolci specifici.
Il giovedì grande (giovedì santo dei cattolici) è considerato un giorno benefico per l’anima dei defunti che fanno visita alle loro vecchie case dove si fermano fino al sabato prima delle Pentecoste (Rusalii). Nei cortili delle case si accendono dei fuochi perché i morti possano scaldarsi.
Il Venerdì Santo è l’ultimo venerdì prima di Pasqua e viene anche chiamato Venerdì della passione o Venerdì secco - Quaresima nera (giorno in cui tanti romeni digiunano). E’ il giorno del bagno: colui che s’immergerà tre volte nell’acqua fredda sarà sano tutto l’anno. Inoltre, se piove durante la giornata, l’anno sarà ricco.
Nel primo giorno di Pasqua si indossano abiti nuovi in segno di rispetto per la festa, e anche come segno di ringiovanimento del corpo e dell’anima. Infine, nel secondo giorno si è mantenuta (Transilvania) la tradizione di bagnare le persone con acqua o profumo, una sorta di atto di purificazione.

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