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mercoledì 30 aprile 2008

Immigrati: il 21% ha la casa di proprietà


di Redazione
29/04/2008

Il ministero dell'interno ha presentato questa mattina il primo rapporto sull'immigrazione in Italia.

Sono sempre di più gli immigrati con lavoro regolare, con una macchina di proprietà, un contratto d'affitto a norma e nel 21% dei casi addirittura una casa di proprietà. Ma nonostante questo ancora forti sono negli italiani i sentimenti di indifferenza e diffidenza verso la popolazione immigrata, percepita, soprattutto nella sua componente irregolare, come un grave problema per la sicurezza della gente. È questa la fotografia scattata, a Roma, dal primo rapporto del ministero dell'Interno sull'immigrazione in Italia, curato da Marzo Barbagli, che, insieme all'indagine dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni, realizzata da Makno, hanno inteso fare il punto sul fenomeno immigrazione in Italia e sul "vissuto" degli italiani in rapporto alle popolazioni straniere presenti nel territorio nazionale. A sintetizzare il contenuto del rapporto è il Sole 24 ore.
Nonostante la maggioranza dei nostri concittadini consideri gli immigrati una risorsa per il Paese, la richiesta prevalente è maggior certezza delle regole e severità nell'applicazione delle leggi nei confronti degli immigrati che trasgrediscono. «L'approccio repressivo - sottolinea il sottosegretario al ministero dell'Interno Marcella Lucidi - da solo non basta per risolvere il problema immigrazione». Per Lucidi, necessario intervenire anche sul fronte del potenziamento delle politiche di integrazione e della sostenibilità del sistema delle tutele sociali per gli immigrati. «Per regolare un flusso d'ingresso - spiega - non è sufficiente tener conto delle sole domande dei datori di lavoro, ma bisogna considerare anche le specifiche esigenze dell'immigrato».
Dal primo rapporto sull'immigrazione targato Viminale, emerge come, in Italia, al 1° gennaio 2007, sia straniero il 5% della popolazione residente. Un dato in crescita, ma inferiore ai principali partener europei. Gli immigrati aumentano nel Centro-Nord, mentre il Sud si conferma luogo di "transito". Diminuiscono marocchini, tunisini e filippini a discapito, soprattutto, dei romeni, che anche grazie all'ingresso nella comunità europea, sono una delle comunità più numerose. Gli stranieri entrano in Italia soprattutto per lavorare e si accontentano di impieghi poco qualificati, operai e artigiani, e a basso reddito. E una volta nel nostro Paese e racimolati un po' di euro, si fanno raggiungere sempre più spesso dai propri familiari.
Oltre il 70% dei lavoratori immigrati si dice soddisfatto del proprio lavoro e della casa in cui vive. Circa il 40% ha una propria famiglia in Italia, costituita mediamente da quasi 4 persone, contro le 2,6 in media delle famiglie italiane al censimento 2001.
Molto utilizzato è l'istituto del ricongiungimento familiare. In crescita, poi, i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri: nel 2006 sono stati oltre 57mila, con un aumento dell'11% rispetto all'anno precedente. Ma, lato negativo della medaglia, aumenta anche il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza, di gran lunga superiore rispetto alle donne italiane. E ciò, sottolinea il rapporto, non dipende solo dai comportamenti riproduttivi appresi nel Paese di provenienza, ma anche dal mancato (o errato) utilizzo di metodi anticoncezionali e dalle ristrettezze economiche in cui in molti casi versano.
La "Ricerca sociale sull'immigrazione" -- realizzata con quattro indagini coordinate ed integrate tra loro per esplorare le condizioni sociali degli immigrati e per capire come sono vissuti dagli italiani -- ha evidenziato che nel corso dell'ultimo anno, l'area della popolazione che prova sentimenti di apertura e disponibilità nei confronti degli immigrati è rimasta stabile (42%), mentre sono aumentati i cittadini che manifestano sentimenti di indifferenza e di diffidenza.
Fonte: Vita.

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