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lunedì 14 settembre 2009

Azione Cattolica: nota su questione morale, immigrazione, rapporto nord-sud e crisi economica

10/09/2009

“Questione morale”, “Immigrazione”, “Rapporto Nord-Sud”, “Crisi economica e Precarietà del lavoro”: queste, secondo l’Azione Cattolica Italiana sono le quattro grandi sfide che caratterizzano attualmente il dibattito politico e il confronto sociale in Italia. È quanto si legge nella “Nota della presidenza nazionale di Ac sulla situazione del Paese” diffusa oggi a pochi giorni dal convegno dei presidenti diocesani (4-6 settembre) che ha permesso di mettere a fuoco il rapporto intenso ed essenziale tra Chiesa e territorio. La Nota si apre con l’esortazione di Benedetto XVI ai laici, ai giovani e alle famiglia, il 6 settembre a Viterbo: “Non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici istituzioni dell’esistenza umana!”. Per questo, si legge nella Nota, l’Ac ritiene di dover porre in primo piano una serie di questioni che hanno caratterizzato la ripresa della vita politica e sociale del Paese, da prendere in seria considerazione perché assumono un rilievo etico che investe i fondamenti della convivenza civile”.
“Si è riaperto quest’estate nel Paese, non senza ampi tentativi di strumentalizzazione, il dibattito” sulla cosiddetta “questione morale”, ma al “confronto che avrebbe fatto bene all’Italia” si è preferita “una vorticosa e paralizzante caduta nel gossip” e si è avuta la sensazione “che il bipolarismo politico sia divenuto anche un insano bipolarismo giornalistico, con un inevitabile danno al diritto all’informazione dei cittadini”. Così la presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana, nella Nota “L’Ac e le sfide del Paese” diffusa oggi, a pochi giorni dal convegno dei presidenti diocesani, durante il quale il segretario generale della Cei mons. Mariano Crociata, ha esortato alla presenza e all’impegno. “Nella battaglia tra quotidiani – prosegue la Nota - sono stati sferrati colpi bassissimi, come quello ad ‘Avvenire’ e alla sua direzione. Non possiamo che stigmatizzare un clima culturale in cui si è o amici o nemici”, ci si adopera “per zittire le voci critiche” e “il confronto degenera impedendo di percepire la reale condizione del Paese”. Invitando “a valutare sempre con la massima attenzione cosa comporti l’onore e l’onere di rappresentare i cittadini italiani”, l’Ac auspica che “chi rappresenta istituzioni pubbliche le onori convintamente con una condotta personale sobria, rigorosa, rispettosa degli altri e dei cittadini”.
“L’immigrazione non può essere ridotta a una questione di ordine pubblico”: lo ribadisce oggi l’Azione cattolica italiana nella sua nota sulla situazione del Paese. Rammentando il richiamo del card. Angelo Bagnasco nella prolusione all’ultima Assemblea generale della Cei al “valore incomprimibile di ogni vita umana, la sua dignità, i suoi diritti inalienabili”, l’Ac si sofferma sul dramma delle “diverse decine di stranieri” che quest’estate hanno trovato la morte in mare e “sono stati al centro di inaccettabili rimbalzi di responsabilità tra Stati”. Le risposte “in ordine ad un sostegno e ad una vicinanza ai poveri del pianeta perché laddove vivono possano migliorare le loro condizioni”, o perché si possano integrare “nel nostro tessuto civile, sociale e culturale” non sono semplici, scrive la presidenza nazionale, “ma ci sembra doveroso ribadire che l’immigrazione non può essere ridotta a una questione di ordine pubblico, e che proprio le comunità ecclesiali e l’associazionismo possono fornire quell’humus di accoglienza, dialogo e legalità in grado di incidere in profondità”.
“Mai come in questo momento le sorti del Paese sono le sorti comuni del Nord, del Sud, del Centro e delle Isole” e “forse è di nuovo il momento di porre” l’unità dell’Italia “come non discutibile in qualsiasi discorso politico”. Ad affermarlo è oggi la presidenza dell’Azione cattolica italiana che ha diffuso una nota sulla situazione del Paese. Con riferimento ai recenti tentativi di alcune forze politiche di creare fratture nel rapporto tra Nord e Sud, l’Ac ribadisce: “Non posiamo permetterci rancori tra territori”, e sottolinea la necessità che la politica assuma “il compito urgente di ricomporre la frattura socio-economica in un quadro di politiche ordinarie, nazionali ed europee, e non straordinarie e ultra-localizzate”. Soffermandosi quindi sulla crisi economica e sulla precarietà del lavoro la nota osserva: “Se il riassetto finanziario” lascerà sul campo “centinaia di migliaia di lavoratori, oltre a quelli già precari e in cassa integrazione, non possiamo ritenerci appagati e vittoriosi. Una saggia politica persegue l’obiettivo di uno sviluppo personale, integrale e planetario”. L’Ac, conclude la presidenza, “vuole rinsaldare il suo legame con il Paese e i territori, e in tale direzione offre al pubblico dibattito queste riflessioni maturate nella gratuità del servizio alla Chiesa e al Paese”.

Fonte: Toscana Oggi.

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