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mercoledì 11 giugno 2008

Viterbo, partorisce dopo 46 ore: la bimba ha gravi danni cerebrali. Il primario: travaglio nella norma


VITERBO (11 giugno) - L'ospedale di Belcolle sotto accusa per una donna lasciata per 46 ore in travaglio senza che si intervenisse con un cesareo. Nessuno dei ginecologi presenti nell'ospedale avrebbe optato per l'intervento chirurgico dopo che alla signora si erano già rotte le acque. La bambina è nata con gravi danni cerebrali. Simona Nagit, colf 31enne di origine romena, ricoverata nel reparto di ginecologia ha affrontato un travaglio di quasi due giorni prima di veder venire alla luce la piccola che ora è ricoverata in terapia intensiva per aver subito diversi ictus. «Ero a casa quando mi si sono rotte le acque - racconta la donna - È successo martedì della scorsa settimana, a mezzanotte e mezza. All'una e un quarto ero già in ospedale. Ma ho partorito soltanto venerdì sera alle 22.19». A denunciare il fatto è stato il Cosnil, federazione nazionale delle colf e delle badanti. «Non si può tenere una donna in travaglio per 46 ore», è la denuncia del segretario regionale del Cosnil Lazio, Filippo Ortenzi, che annuncia che del caso ora si sta occupando il marito della donna, Yurie Dinovii, lavoratore agricolo moldavo da diversi anni in Italia. «Su invito della Federazione nazionale colf e badanti - spiega Ortensi - Yurie e sua moglie si sono rivolti a un avvocato, Elisa Fornaro». Una lettera sarebbe già stata inoltrata all'ospedale dal legale dei coniugi per richiedere le cartelle cliniche della donna.Primario ginecologia: «Travaglio nella norma». Il direttore dell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Belcolle, Giampaolo Palla, ha dichiarato che «il travaglio si è svolto regolarmente». A testimoniarlo secondo Palla «i parametri vitali della neonata che, subito dopo la nascita, sono apparsi assolutamente nella norma». Per questo secono il primario «non c'era nessun motivo per ricorrere al taglio cesario, la bambina ha presentato dei problemi neurologici solo il secondo giorno dopo il parto». Il dottore precisa che «non è affatto vero che il travaglio sia durato 46 ore, quello è il tempo di tutto il decorso del ricovero. Il travaglio di parto indotto farmacologicamente, invece, ha avuto una durata nei limiti della norma». Secondo il medico «il partogramma», ossia il grafico che descrive l'andamento del travaglio, dimostra che «non si era in presenza di un caso di emergenza». Flamigni: troppe 46 ore Veramente troppe 46 ore di sofferenza, è il parere di Carlo Flamigni, ginecologo dell'università di Bologna: «Oggi, per vivere la sala parto come si deve, occorra più cultura medica, insieme al classico buon senso. I cesarei sono sempre troppi in Italia - dice il ginecologo - la media è sopra il 30%, ma in alcune strutture si arriva anche al 50%. Quando ho iniziato questa professione. E allora i cesarei erano appenail 3% del totale. Oggi, però, siamo al paradosso che alcuni ostetrici non possiedono la cultura necessaria per vivere la sala parto come si deve». Così come è stata descritta, prosegue il medico, la vicenda di Viterbo «è davvero anomala. Spetta alla direzione sanitaria dell'ospedale - conclude - far luce sul caso».
Fonte: Il Messaggero.

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