La comunità romena di Viterbo si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza da casa.
Informazioni utili per i romeni che vivono a Viterbo e per tutti i viterbesi e gli stranieri della Provincia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e sentirsi partecipi alla vita della città.

Bun gasit pe site!

Benvenuto!

sabato 14 giugno 2008

Magri, grassi, timidi, stranieri, secchioni: uno studente su tre è vittima del bullismo


di Sara De Carli
12/06/2008
Cittadinanzattiva presenta oggi la prima indagine sui comportamenti violenti a scuola. La metà dei ragazzi e il 36% degli insegnanti ha assistitito a un episodio del genere

Metà degli studenti italiani (51%) ha assistito a un episodio di violenza e più di uno su tre (37%) è stato vittima in prima persona di scherzi indesiderati, pesanti, o addirittura di atteggiamenti aggressivi da parte dei compagni. Il 20% degli episodi di violenza si verifica dentro le classi, il 17% nel cortile della scuola e il 16% appena fuori da essa. Le presunte “colpe” che suscitano violenze (più che altro psicologiche: dicerie, insulti, ridicolizzazione dei compagni) sono la magrezza eccessiva o il sovrappeso (23%), avere atteggiamenti provocatori (21%), avere un cattivo odore o essere sporchi (19%), essere timidi (18%), studiare molto (15%). Ad essere colpiti sono più i maschi che le femmine, spesso più piccoli d'età (27%); seguono stranieri (16%) e disabili (7%). E gli insegnanti che fanno? Vedono, ma forse non intervengono abbastanza: il 36% dei docenti ha assistito a episodi di violenza a scuola. Di essi il 32% ha difeso la vittima, il 30% ha parlato in aula con i ragazzi, il 19% ha convocato le famiglie dei ragazzi, il 7% ha chiesto aiuto. Quindi la stragrande maggiornaza degli insegnanti, il 69%, ha reagito in qualche modo. Però c'è anche un 5% che se n'è andato, il 5% che non ha agito perché si è sentito impotente, il 2% che ha lasciato correre. Tutti questi dati sono riportati nella prima indagine sui comportamenti violenti a scuola, promossa da Cittadinanzattiva e presentata oggi. L'indagine è stata condotta attraverso questionari rivolti a studenti ed insegnanti, tra dicembre 2007 e aprile 2008. Hanno risposto 5.418 studenti e 592 docenti di scuole medie e superiori, provenienti nel 58% dei casi dal Sud e dalle Isole. “Il quadro che emerge dall'indagine non è incoraggiante”, dichiara Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva. “Sono tanti gli episodi di violenza diffusa e sotterranea segnalati dagli studenti e colpisce anche l'uso e abuso delle tecnologie per diffonderli. Eppure i ragazzi hanno idee chiare su quello che si potrebbe fare per affrontare il fenomeno: chiedono professori preparati e disposti al confronto e soprattutto chiedono di ripartire dal rispetto delle regole di vita comune e dalla legalità. Adesso sta a noi adulti prenderli sul serio”. Infatti i ragazzi hanno abbozzato delle possibili risposte al probema. E, forse un po' a sorpresa, hanno chiesto “più regole”. O almeno più rispetto di quelle che ci sono. Uno studente su 5 non conosce il regolamento interno della propria scuola, il 41% ritiene che le regole – in generale – le rispettino in pochi e uno su dieci addirittura ritiene che non le rispetti nessuno. Uno su quattro poi dice (e lo confermano pure i professori) che chi infrange le regole non viene quasi mai punito. Non sorprende quindi che l'immagine che gli studenti hanno usato per descrivere la scuola è quella di «un aeroporto con una torre di controllo poco efficiente e un pò di erbacce» (liceo Plinio Seniore di Roma). Ovvero: la scuola sarebbe anche un bel posto, ma ci vorrebbero più controlli e maggior cura. Se educare alla regole di vita comuni è, per quasi la metà degli studenti, un buon antidoto contro la violenza, ecco che allora Cittadinanzattiva chiede di istituire la Giornata dell'accoglienza: “il primo giorno di scuola sia dedicato alla consegna a tutti gli studenti, da parte del Dirigente scolastico, del Regolamento d'istituto e dello Statuto degli studenti oltre che ad una loro adeguata illustrazione nelle classi da parte dei docenti”. L'indagine di Cittadinanzattiva ha avuto un focus anche sui 18 Osservatori regionali istituiti dal Ministero dell'Istruzione nel febbraio 2007 nell'ambito della Campagna nazionale “Smonta il bullo”, per verificarne l'effettivo funzionamento e i risultati fin qui raggiunti. Hanno risposto solo in 15 Osservatori: nel caso della Regione Puglia, Sardegna e Campania, nonostante i ripetuti tentativi, al telefono non ha mai risposto nessuno. Quelli che lo hanno fatto, hanno segnalato una media di 17-20 telefonate ricevute in più di un anno di attività. La sensazione generale che se ne ricava è che gli Osservatori siano stati avviati in maniera molto disomogenea sul territorio nazionale, e che, a differenza del numero verde nazionale siano poco conosciuti, come rivela l'esiguo numero delle richieste esterne. D'altra parte la difficoltà ad entrarvi in contatto complica ulteriormente le cose.
Info: http://www.cittadinanzattiva.it/
Fonte: Vita.

Nessun commento:

Posta un commento