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mercoledì 27 gennaio 2010

Lavoro


L’etichetta etica è la risposta che l’agricoltura da allo sfruttamento del lavoro nero che rappresenta una piaga di civiltà. “La proposta formulata dal ministro Luca Zaia, dopo i recenti fatti di Rosarno, di istituire un'etichetta etica per combattere il fenomeno dello sfruttamento e premiare le tante persone che rappresentano in maniera pulita l'agricoltura – afferma Leonardo Michelini, Presidente di Coldiretti Viterbo- ci trova assolutamente d’accordo ed andrebbe ad integrare la nostra richiesta di etichettatura obbligatoria sull’origine dei prodotti agricoli. Oggi le dinamiche imprenditoriali sono sempre più complesse – continua Michelini – pertanto è importante non solo soffermarsi sulle esigenze del mercato, ma anche tutelare la legalità e la dignità delle persone. I consumatori sicuramente apprezzeranno un'etichetta chiara, con specificato tutto il percorso dal campo alla tavola e anche con le informazioni relative all'utilizzo legale di manodopera. Maggiore chiarezza c'è all'interno della filiera e più è facile anche evitare tutte quelle situazioni che portano alla moltiplicazione ingiustificata del prezzo. La nostra Organizzazione si ispira ai principi della dottrina sociale cristiana quindi non possiamo che sostenere la massima correttezza e trasparenza”.

“In un territorio come la provincia di Viterbo – sostiene il direttore Gabriel Battistelli- che offre produzioni da primato per il “Made in Italy” va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune. Nella nostra realtà provinciale sono molte le aziende che ricorrono agli immigrati extracomunitari, soprattutto nel settore orticolo e della zootecnica dove rappresentano quasi l’80% della mano d’opera impiegata. Questi lavoratori contribuiscono in modo strutturale alla nostra economia agricola e rappresentano una componente indispensabile per l'efficienza di molte aziende e per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo”. In un territorio come il nostro, che offre produzioni da primato, bisogna combattere tutti quei fenomeni che umiliano gli uomini e il loro lavoro, che colpisce la componente più debole dei lavoratori agricoli come gli immigrati, ma anche le tante imprese oneste che operano correttamente, gettando un’ombra su un settore che è impegnato a rispettare i diritti di ogni lavoratore e che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune e nel totale rispetto della legalità.

Fonte: News Coldiretti

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