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lunedì 8 febbraio 2010

Immigrazione: stranieri, una risorsa da non sottovalutare

Lo dice il VI Rapporto dell'Osservatorio romano sulle migrazioni. Nel Lazio sono oltre 450mila, di cui due terzi solo a Roma. Cala la criminalità, aumentano le aziende con titolari non italiani, ma rimangono irrisolti problemi come lavoro e casa.

Stop al luogo comune secondo cui gli stranieri sono un male per la società. È questo il messaggio lanciato in occasione della presentazione del VI Rapporto dell'Osservatorio romano sulle migrazioni: calano i reati e aumentano le ditte intestate agli stranieri. Una presenza che si va sempre più rafforzando nella Capitale e in tutto il territorio laziale (+200 per cento). A Roma sono circa 300mila, hanno un'età media di 31 anni, quasi la metà sono donne e 7 bambini su 10 sono nati in Italia.

"La Città eterna è cambiata in questi ultimi 30 anni - sottolinea Franco Pittau, coordinatore del gruppo redazionale per conto della Caritas diocesana - in simbiosi con l'immigrazione, un fenomeno che, pur comportando dei problemi, assicura un indispensabile apporto allo sviluppo dell'area romano-laziale". Un'occasione anche per conoscere tradizioni e culture diverse e lontane dalla nostra.

CRIMINALITA'.
Lo ha sottolineato recentemente Papa Benedetto XVI, lo confermano i dati del ministero dell'Interno: la delinquenza non è legata allo status di straniero. Nel 2008, nonostante un aumento considerevole di immigrati, extracomunitari e non, i reati sono calati del 15,3 per cento a Roma e del 7,6 per cento nel Lazio. Un dato non occasionale, se si prende in considerazione anche un periodo più lungo. Dal 2005 al 2008, a fronte di un aumento della popolazione del 60,5 per cento, il numero di denunce penali è aumentato solo del 5,2 per cento, circa 12 volte in meno del numero di persone arrivate nel nostro Paese. Nonostante gli italiani si sentano insicuri e abbiano più paura, va sottolineato che popolazioni come quella romena, considerata per eccellenza la più soggetta a delinquere, registrano un calo di denunce a loro carico del 17,8 per cento.

NUMERO CRESCENTE DI IMMIGRATI.
Due fattori incidono sostanzialmente su questo dato: l'aumento della popolazione over75 e il calo delle nascite. Ciò determina una domanda sempre maggiore di manodopera e di lavoratori, che siano badanti o giovani pronti a soddisfare la domanda di personale in settori in cui l'offerta italiana scarseggia. Dal 2002 al 2008 la presenza di immigrati nella provincia di Roma, nonostante il consistente numero di partenza, è aumentata del 157 per cento, così come è successo a Rieti (+248 per cento), Viterbo (+235 per cento) e Latina (+276 per cento). La loro incidenza sulla popolazione è dell'8,9 per cento, contro una media nazionale del 6,5 per cento. Provengono da oltre 190 paesi e l'incremento delle immigrazioni è dovuto al fatto che, dopo un periodo di transizione, molti si fanno raggiungere dalle proprie famiglie, anche se alcuni sposano cittadini italiani (solo 2.584 matrimoni su 10mila 684 sono composti da soli stranieri, gli altri sono misti). La cittadinanza la acquistano soprattutto per residenza, matrimonio e per maggiore età.

AIUTI UMANITARI.
Nel 2008 sono state accolte, col titolo di rifugiati, 1.435 persone provenienti da Afghanistan, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Iraq, Etiopia, Nigeria, Togo, Sudan, mentre altre 3.436 sono in attesa di veder riconosciuto il proprio status. Nella Capitale sono 8mila gli stranieri tra rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Attraverso il 'Programma Integra' della Provincia di Roma, in convenzione con 22 centri di accoglienza, sono stati messi a disposizione 1.366 posti letto.

LAVORO.
Oltre a coprire funzioni di assistenza alle famiglie e rispondere alla domanda inevasa di lavoro come operai e personale non qualificato (71,6 per cento), creano anche imprese proprie e ravvivano il piccolo commercio in aree in decadenza. Esemplare, a questo proposito, il processo di integrazione avvenuto in quartieri come l'Esquilino, il Pigneto e Torpignattara. Anche nel periodo di crisi, a differenza di quanto rilevato tra gli italiani, è aumentato il numero di aziende di loro proprietà, tanto che quelle con un titolare straniero hanno raggiunto quota 23mila 018. In tutto, gli immigrati occupati nella provincia di Roma sono 165mila 437 (circa 18mila in più dell'anno precedente), mentre incidono per il 9,7 per cento sull'occupazione complessiva, rispetto a una media italiana del 7,5 per cento, e il 9,5 per cento sulla disoccupazione (+3 per cento rispetto al 2007).

SALUTE.
Il problema principale riguarda il fenomeno degli infortuni. In controtendenza rispetto alla media nazionale nel 2008, i feriti sul lavoro sono passati da 5mila 170 a 5mila 594, mentre 18 incidenti sono stati mortali. A preoccupare sono anche gli alloggi, spesso di fortuna, inagibili o occupati abusivamente, e con carenze igienico sanitarie. Inoltre, sono ancora da valutare gli effetti delle norme del pacchetto sicurezza, per le quali i medici devono denunciare gli irregolari.

ISTRUZIONE.
I bambini nati nel nostro Paese sono 7 su 10, quindi è improprio chiamarli stranieri, visto che una volta raggiunta la maggiore età possono chiedere la cittadinanza italiana direttamente al comune di residenza. Sono oltre 61mila i ragazzi regolarmente iscritti nelle scuole del Lazio (+0,5 per cento rispetto la media nazionale) di cui più della metà solo a Roma. Per quanto riguarda la formazione professionale, l'incidenza dei ragazzi stranieri raggiunge il 18 per cento, mentre sono tantissimi coloro che frequentano un corso di italiano, nella speranza di una migliore integrazione. Infine le università: nei tre atenei pubblici di Roma, oltre 7mila studenti sono stranieri, il 3,5 per cento degli iscritti, a fronte del 7 per cento della media europea. Frequentano medicina (21,4 per cento), lettere e filosofia (15 per cento), ingegneria (10 per cento) ed economia (9,2 per cento). Più della metà arriva con titoli scolastici equivalenti al nostro diploma o alla laurea, ma nella quasi totalità dei casi non sono riconosciuti dall'ordinamento italiano.

(Elaborazione su dati Caritas)

Fonte: NanniMagazine

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