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domenica 14 marzo 2010

Le vie del cibo che uniscono nelle differenze

Anca Elena Balan
e-mail: balan.elena@libero.it

Rumeni e italiani, un’associazione di parole che avvolte sembra difficile. Oltre a questo, il 13 marzo 2010, sotto il sole caldo di primavera, le due culture si sono incontrate per sedersi a tavola insieme. Con preparati diversi e tipici per ognuno dei due popoli, la sala Anselmi che si trova in via Saffi, Viterbo, ha sistemato i suoi tavoli per ricevere i diversi piatti specifici. Questo progetto, realizzato dall’Associazione ASI Ciao, ha voluto valorizzare le tradizioni gastronomiche di Roma e Dacia, guardata come provincia antica dell’Impero Romano. “Le vie del cibo da Roma a Dacia” hanno unificato ieri i due popoli, che hanno accompagnato il cibo con un bicchiere di vino per metà italiano e per metà rumeno.

“Questo progetto nasce per aiutare a superare un ostacolo culturale e ideologico della comunità italiana nei confronti di quella rumena e far capire che le nostre comunità hanno radici comuni dall’antica Roma”, racconta Dario Cuomo, il presidente nazionale dell’ASI Ciao (Alleanza Sociale Italiana – Coordinamento Imprese sociali Associazioni Organizzazioni non profit). Questa manifestazione non è stata la prima di questo tipo. Questo genere di esperienze “lo abbiamo già svolto in alcuni comuni molto più piccoli di Viterbo, diciamo di 5-6000 abitanti e abbiamo trovato molta accoglienza da parte delle comunità rumene. Alcune molto organizzate, altre un po’ meno. Insomma hanno collaborato tutte, quindi è una buona riuscita del progetto”, dice Vanda Brachetta, il presidente del coordinamento provinciale Roma dell’ASI Ciao. Cosa si ottiene? Una conoscenza reciproca più profonda, un approccio tra i due popoli ed un piccolo passo avanti per l’integrazione tramite la presentazione dei costumi tradizionali culinari.

“Al di là della motivazione alimentare, io credo nell’integrazione”

La comunità rumena è stata rappresentata dal padre Bobita Vasile, che insieme ad altri membri della sua parrocchia hanno preparato dei prodotti tipici per digiuno, nello spirito della religione cristiana ortodossa. Poi, la presenza della professoressa Carmen Detrimona Balan ha portato attorno a lei dei bambini rumeni, arrivati da Orvieto e Viterbo, che hanno cantato insieme per la primavera che è appena arrivata, davanti ai rappresentanti del gruppo politico “Il Popolo della Libertà”. L’opinione del senatore Maurizio Gasparri è stata una favorevole per l’incontro tra le due culture: “Credo che sia importante, perché al di là della motivazione alimentare, quindi sull’intercambio di questo specifico problema, io credo nell’integrazione all’interno della comunità europea, quindi la trovo un’iniziativa assolutamente positiva che ci permette di conoscerci a vicenda ed anche di cancellare qualche pregiudizio che avvolte gli italiani hanno nei vostri confronti.”

Dalle 16.00 alle 20.00 gli ospiti hanno girato tra le file di tavoli, ammirando ed assaggiando i cibi tradizionali. “Italia è un paese molto ben rappresentato nel mondo, dal punto di vista gastronomico, cosa che è comune anche alla Romania, dunque è un modo buono per iniziare a conoscerci a vicenda. Quando qualcuno diventa amico di qualcun altro, quello che segue sono gli inviti al pranzo durante il quale spesso si scoprono la personalità di ognuno ed il suo modo di essere”, racconta come approvazione all’idea degli amici italiani il padre Bobita Vasile. Il pensiero della professoressa Carmen Detrimona Balan va ai bambini rumeni che hanno riempito di gioia la sala con le loro canzoni di primavera: “Tra le etnie straniere presente nelle scuole italiane, i bambini rumeni hanno la percentuale più alta, oltre il tredici per cento. Loro si trovano al centro del fenomeno d’immigrazione e sentono una profonda nostalgia per il loro paese di origine. La partecipazione a questo evento è stata molto importante per loro, perche grazie ad esso sono riusciti a consolidare i legami spirituali con Italia, senza rinunciare alle loro radici che li collega alla Romania.”.

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