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venerdì 14 agosto 2009

In verità anch’io sono un “rumeno” a Calcata

Papa Ratzinger e Silvio Berlusconi a Viterbo: “Libera chiesa in libero stato”…. Ma va…? - Ridicola protesta della CEI per la sentenza del TAR che esclude gli insegnanti di religione cattolica dal giudizio sul profitto scolastico
Comunicati Stampa Paolo D'Arpini 13 Agosto 2009

Stamattina, 13 agosto 2009, dopo aver inviato il nostro notiziario quotidiano “Il Giornaletto di Saul” ai soci del Circolo Vegetariano VV.TT., sono salito alla Canossa di Calcata Nuova, per affrontare le solite umiliazioni giornaliere da parte di una società che considera “cittadini” solo coloro che rientrano in un sistema.Ieri, tanto per dirne una, sono andato a Manziana dove Anna Lamberti Bocconi ha presentato un interessante libro sociologico sulla condizione “altra” dei Romeni in Italia. In verità anch’io sono un “rumeno” a Calcata, sono un cittadino di serie “b” od anche “c”, in primis perché non sono nativo del posto, in secundis perché non conforme alle norme statutarie del posto (appartenenza politica e religiosa etc.), in terzis perché mi occupo del posto e non dovrei, in quanto non essendo del posto perché mi impiccio? (Et coetera). Eppure ciò non ostante continuo a vivere a Calcata ed a salutare tutti quelli che incontro per strada, salvo che non siano satanassi incarnati.Ma definire questi concittadini “satanassi” per me non significa che io escluda la loro esistenza e compartecipazione alla vita comunitaria, loro fanno la parte di chi arreca danno volontariamente, ma chissà quanti altri -sia pur convinti di far del bene- non arrechino danno alla comunità?

Comunque per farla breve, sorbendomi il solito cappuccino caldo al baretto sotto al Comune, ecco che mentre leggo il giornale mi è caduto l’occhio sui titoli di prima pagina: “I Vescovi protestano contro il TAR per aver escluso gli insegnanti di religione dal giudizio scolastico”…

Poi dal giornalaio, dove faccio la rassegna stampa ad uffa, ho scoperto che la notizia stava su tutti i giornali: “La Cei attacca il TAR, L’Italia è un paese cattolico, Vaticano contro i giudici”

Incredibile -mi son detto- ma veramente questi credono che la difesa dei loro interessi di bottega possa arrivare sino a ‘sto punto, e come mai la stampa gli da tanto credito? Ma non sanno che l’Italia è una nazione indipendente e non è una colonia vaticana? Inoltre, come si permettono questi preti a voler a tutti i costi “plagiare” la gioventù e pretendere di dare un voto nelle scuole sulla base della conoscenza di una religione, la loro?

Triste sorpresa, quella di stamattina a Canossa, incrementata da altri titoloni sui quotidiani locali per la visita di papa Ratzinger a Viterbo e la probabile venuta del Berlusconi Silvio ad accoglierlo e tutto il resto del teatrino annesso e connesso. Soprattutto ridicolo ma anche pietoso.

Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto alla spontanea rivelazione dell’umano in noi, prima ancora di essere italiani, cristiani o buddisti, noi siamo “uomini” ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite dalla società. Si potrebbe anche definire, con qualche eufemismo, “cultura” ma sicuramente è un recinto che impedisce il libero pensiero.

Non solo la “società civile” con le sue regole e le sue imposizioni di nazionalità e ceto costringe l’uomo ad un’esistenza etichettata, anche le religioni contribuiscono enormemente alla stratificazione sociale e differenziazione di quel che è assolutamente indivisibile.

E ritornando sul discorso dei “Romeni”, sull’essere ovunque e comunque straniero, fortunatamente, pian piano, l’uomo si sta riconoscendo sempre più abitante della Terra e non particolarmente di una nazione od etnia. Questa tendenza alla “globalità” va aiutata attraverso cambiamenti e riforme che portino la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione. Lasciando da parte il discorso della nazionalità che può essere superato il momento in cui le Istituzioni sopranazionali diverranno universalmente riconosciute e l’identità nazionale verrà sostituita dall’idea della cittadinanza planetaria. Per questo occorre ancora attendere. Ma c’è qualcosa che si potrebbe iniziare a fare, qui ed ora, in Italia, con questo stesso Governo in carica, ed è l’ampliamento delle libertà laiche a partire dalla nascita dell’individuo sino alla sua dipartita. E del primo passo compiuto dal TAR, in merito alla posizione reale degli insegnanti di religione, occorre essere riconoscenti ai giudici amministrativi.

In Italia i bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori e dagli obblighi “sociali” a sottostare alle strumentalizzazioni religiose. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi “religione”, un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente, cominciando con il battesimo, poi la cresima e poi ancora la comunione. Ed in più, per consuetudine od ipocrisia sociale, deve studiare la “religione” anche a scuola, il bambino incolpevole viene così legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.

L’adesione ad una religione può avvenire solo nell’età della ragione, come fatto personale, e non come costrizione imposta dalla consuetudine o dalla paura. Si va a votare a 18 anni? Anche per l’adesione religiosa bisogna avere almeno quell’età, altrimenti è violenza e prevaricazione su minori (si chiamava “plagio” ma per comodità dei preti questo reato è stato cancellato dal codice penale e civile).

Paolo D’Arpini

P.S. - La sentenza incriminata: “Una sentenza del tar dell’11/08/09 dichiara che i docenti di religione non possono partecipare a pieno titolo agli scrutini ed il loro insegnamento non può avere effetti sulla determinazione del credito.”

Comunque per una ulteriore chiarezza pubblico qui di seguito (come ricevute da Roma Laica) le motivazioni che hanno spinto il Tar del Lazio ha prendere questa decisione: “TAR Lazio: illegittimi i crediti scolastici per l’ora di religione - Con sentenza n. 7076 del 17 luglio 2009 il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi proposti per l’annullamento delle Ordinanze ministeriali emanate dall’allora Ministro P.I. Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008 che prevedevano la valutazione della frequenza dell’insegnamento della religione cattolica ai fini della determinazione del credito scolastico, e la partecipazione “a pieno titolo” agli scrutini da parte degli insegnanti di religione cattolica.

Il TAR ha affermato che “l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica”.

Motiva ancora la sentenza che l’interpretazione data dal Ministero dell’Istruzione “ha portato all’adozione di una disciplina annuale delle modalità organizzative degli scrutini d’esame, che appare aver generato una violazione dei diritti di libertà religiosa e della libera espressione del pensiero; nonché di libera determinazione degli studenti relativamente all’insegnamento della religione cattolica”.

Fonte: Circolo Vegetariano Calcata

2 commenti:

  1. Cara Catalina, ti ringrazio per aver pubblicato l'articolo. Avrei voluto invitarti alla presentazione del libro a Manziana ma non ricordo più il tuo indirizzo, se vuoi mandarmelo servirà per un'altro appuntamento. Ciao e buon lavoro, Paolo D'Arpini

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  2. Grazie, anche a te!
    Puoi scrivermi al seguente indirizzo: autore@romeninitalia.com .
    Cari saluti

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