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sabato 23 agosto 2008

Direzione Didattica Viterbo 1: Progetto accoglienza alunni stranieri


Direzione Didattica Viterbo 1
in collaborazione con
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE di Viterbo
Assessorato Politiche Sociali

PROGETTO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI

PREMESSA:

La realtà viterbese, come quella italiana in genere, si configura ormai come multietnica e multiculturale ed evidenzia il carattere di permanenza dei cittadini stranieri nella nostra città, carattere che sottolinea l'urgenza di un piano di accoglienza globale di concerto con gli Enti locali, associazioni, rappresentanti delle comunità di stranieri, mediatori linguistici e culturali…., che dia loro il diritto di cittadinanza. La scuola dell'obbligo, ambito privilegiato di accoglienza per i minori provenienti da paesi europei ed extraeuropei, raccoglie bisogni socio-educativi diversi, dipendenti dalla cultura, dalla lingua, dalla religione d'origine, dai motivi della permanenza
delle famiglie e da altri fattori che richiedono momenti di conoscenza, di riflessione, per procedere ad un'adeguata programmazione degli interventi educativi.
L'inserimento nel sistema educativo comune è un diritto-dovere sostenuto da attenzioni specifiche che facilitano l'accoglienza.

COSA INTENDIAMO PER ACCOGLIENZA

Accogliere è ascoltare

Accogliere è rispettare

Accogliere è vivere nel reale

Accogliere è apprendere stando bene.

L'accoglienza non è solo una fase "temporale" ben precisa, è la fase del primo arrivo che rappresenta una sorta di "imprinting" fondamentale che segna in maniera profonda lo svolgersi dei successivi processi di relazione interetnica e di inserimento. L'accoglienza deve essere intesa come atteggiamento e attitudine da sviluppare nei confronti dell'alterità e della differenza; è inoltre l'insieme dei dispositivi, delle circostanze e delle risorse che devono essere previste da parte della scuola.

LA SITUAZIONE NEL NOSTRO CIRCOLO

Nel nostro Circolo Didattico, composto da tre plessi di scuola materna, tre di scuola elementare più la scuola materna ed elementare di Monterazzano, ci sono ben 105 alunni stranieri provenienti da vari Paesi.
Questo bacino di risorse deve essere posto alla base di un progetto di scuola per tutti e per ciascuno.

L'accoglienza per l'integrazione.

L'insegnamento dell'italiano considerato come seconda lingua, inteso cioè come lingua per comunicare e lingua veicolare nello studio.
L'educazione interculturale sono i tre temi che dovranno tracciare un modello educativo che possiamo definire integrativo, interculturale, attento alla tutela e valorizzazione delle lingue e
culture d'origine.

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA

Il protocollo d'accoglienza è un documento condiviso dal Collegio dei docenti che esplicita le procedure di inserimento e l'organizzazione della scuola, contiene i criteri guida e definisce i ruoli e le competenze rispetto a piani diversi:

- amministrativo: modalità di iscrizione, criteri per la determinazione della classe, documentazione, eventuali traduzioni…

- comunicativo e relazionale: colloqui e incontri con alunni neoarrivati e con la famiglia, dispositivi e strumenti di comunicazione plurilingue, figure di mediazione linguistico - culturale;

- educativo e didattico: tempi e modi dell'inserimento in classe, modalità di osservazione e di rilevazione delle competenze dell'alunno neoarrivato, della sua storia scolastica, della biografia linguistica; tempi e modi dell'insegnamento dell'italiano seconda lingua; programmazione individualizzata e proposte di adattamento dei programmi...

- sociale : rapporti e collaborazione con il territorio, con il volontariato, le associazioni e gli Enti che possono sostenere i percorsi di integrazione nel tempo extrascolastico; intese con gli Enti Locali per l'organizzazione di laboratori linguistici e per la presenza di mediatori culturali.

SCAFFALE MULTICULTURALE
Lo scaffale multiculturale è uno spazio di documentazione "operativa"che raccoglie e aggiorna quanto prodotto sul tema dell'intercultura, con un'attenzione particolare agli strumenti plurilingui (narrativa, fiabe, moduli per comunicare, parole per accogliere, glossari in varie lingue…), così da rendere concreto l'obiettivo di valorizzazione delle lingue d'origine e fare della scuola un luogo riconosciuto da tutti e intenzionalmente comunicativo.

LABORATORIO LINGUISTICO DI L2

E' uno spazio attrezzato per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua che raccoglie: strumenti e materiali didattici di livello diverso per l'insegnamento della nuova lingua, testi di apprendimento delle diverse discipline che prevedono forme di facilitazione linguistica, materiali e strumenti multimediali, riferimenti e indicazioni metodologiche e didattiche per gli
insegnanti, modelli di programmazione da sperimentare e adattare alle diverse situazioni.

IN CLASSE

Gli insegnanti di classe si organizzano per dare risposta ai bisogni didattici specifici dell'alunno neoarrivato e per promuovere un clima di accoglienza, di scambio, di curiosità reciproca. Nella fase iniziale dell'inserimento organizzano il tempo e utilizzano strumenti per:

- rilevare la capacità iniziale e i bisogni dell'apprendimento

- conoscere la storia scolastica e personale del bambino neoarrivato

- promuovere l'apprendimento della nuova lingua per comunicare

- adattare il programma sulla base delle diverse situazioni.

Inserire il bambino che viene da lontano significa anche accogliere la sua storia, le fatiche e le vulnerabilità proprie del viaggio di migrazione, dal momento che nessuno apprende se non si sente accolto. Per fare questo si deve porre costante attenzione nel favorire in classe un clima di scambio, relazione, apertura, nel rivedere le modalità di insegnamento/apprendimento, intensificando i momenti di individualizzazione, le forme di tutoraggio e di cooperazione tra pari.
L'insegnante deve diventare, ciascuno per la propria area disciplinare, un facilitatore dell'apprendimento, nel senso di essere capace di attivare strategie e risorse per promuovere l'autonomia di ogni alunno e la fiducia nelle proprie capacità.

Per affrontare il tema dello studio in italiano L2 da parte degli alunni immigrati e mettere in atto interventi di facilitazione che diano reale supporto al percorso formativo nella nuova scuola, le strade da praticare sono due.
La prima riguarda la possibilità di agire, per quanto possibile, sulla lingua e quindi elaborare testi che esprimano i concetti e i contenuti disciplinari in maniera più semplice e quindi maggiormente comprensibile.

L'altra strada è quella di esplorare strategie glottodidattiche e pedagogiche che rinforzino le abilità degli alunni stranieri rispetto a compiti cognitivamente più esigenti e li mettano in condizione di raggiungere gradualmente una certa autonomia di studio. Tutto questo in un clima di apertura e di scambio, per costruire orizzonti e progetti comuni a partire da lingue,
storie e radici differenti. Per il bambino inserito nella scuola dell'infanzia, l'apprendimento della nuova lingua avviene contemporaneamente allo sviluppo della comunicazione verbale; è particolarmente importante il gioco e il riferimento a favole, racconti, feste della cultura di origine.

SPORTELLO D'ASCOLTO PER LE FAMIGLIE

Come strumento per aiutare le famiglie degli alunni stranieri ad affrontare i problemi relativi alla scolarizzazione dei figli e alla vita pratica di tutti i giorni.

Con la collaborazione del mediatore culturale si intende offrire: informazioni sulla scuola, sull'ambiente locale, sui servizi sociali, su agenzie, associazioni, rappresentanti dell'Ente locale a cui rivolgersi.

CORSI DI ALFABETIZZAZIONE PER LA FAMIGLIA DELL'ALUNNO STRANIERO INSERITO NELLA NOSTRA SCUOLA

· Prima alfabetizzazione della lingua italiana

· Potenziamento dell'educazione linguistica

· Attività mirate all'interazione fra diverse culture.

FESTA INTERCULTURALE: "IL MONDO IN UN PIATTO DI…FESTE"

"Fare festa" è un'aspirazione grande, che ha bisogno di concretizzarsi in una dimensione di relazionalità e di coinvolgimento di persone, popoli e culture, perché ciascuno possa arricchire la gioia comune, portando la propria originalità per far "danzare insieme" le diversità liberate da qualsiasi pretesa di uniformità.

"Fare festa" impegna il mondo adulto ad apprendere dai bambini, veri maestri di umanità che sanno mettere in comune il linguaggio degli sguardi, dei gesti, della corporeità, rendendo concreta la volontà di stare insieme.

E' questo il significato che vogliamo dare alla festa che intendiamo organizzare in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia nel mese di aprile/maggio per festeggiare la conclusione dell'anno scolastico.

Fonte: Direzione didattica Viterbo 1

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