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domenica 5 luglio 2009

Sangue L’appello dei centri trasfusionali: «Emergenza estiva»


domenica 05 luglio 2009
di Antonio Venditti

Come ogni anno con l’arrivo dell’estate la carenza di sangue nei nostri ospedali si fa sentire ancora di più, al punto da costituire una vera emergenza, dal momento che i donatori abituali vanno in vacanza, mentre la malattia no.
Sono oltre ventimila le sacche di sangue che il Lazio deve importare ogni anno da altre regioni per far fronte al proprio fabbisogno. Una richiesta che nel periodo estivo è destinata ad aumentare di altre diecimila unità, dal momento che il numero dei donatori disponibili è insufficiente a sostenere situazioni di particolare necessità.
Oltre alle normali esigenze ambulatoriali, all’incremento delle vittime degli incidenti stradali dovuto al volume degli spostamenti in auto, sono soprattutto i malati cronici come i talassemici o pazienti oncologici ad avere bisogno urgente di trasfusioni. A questi si devono aggiungere richieste per interventi di alta chirurgia come i trapianti. Dal punto di vista operativo è bene tenere presente che gli ospedali della capitale richiamano normalmente malati da tutto il centro sud. «Pensiamo a chi soffre prima di andare in vacanza» è l’appello lanciato dai centri trasfusionali e dalle associazioni di volontariato per chiedere a tutti coloro che hanno possibilità di donare il sangue prima di andare in vacanza e di metterlo a disposizione di chi purtroppo ne ha maggior bisogno.
L’invito alla donazione è rivolto ai cittadini in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 60 anni per le donne e dai 18 ai 65 per gli uomini, che abbiano un peso corporeo non inferiore ai cinquanta chilogrammi. Tra l’altro il prelievo è anche un’occasione per tenere sotto controllo il proprio stato di salute. La mattina, infatti, è necessario presentarsi praticamente a digiuno: è possibile solamente bere un caffè, un the o un succo di frutta, ma non ingerire latte, cibi solidi o assumere dei farmaci. Il tempo dell’operazione non supera generalmente i quindici minuti e consiste nella raccolta di una modesta quantità di sangue che viene prelevato da personale specializzato dei centri trasfusionali romani, per la quale viene utilizzato materiale rigorosamente sterile e monouso. Come sempre sul sangue verranno effettuati accurati e approfonditi esami, che verranno inviati anonimamente presso l’indirizzo fornito dal donatore, garantendo anche una preziosa azione di medicina preventiva.
Il donatore periodico è inoltre sottoposto a una prevenzione continua, un check-up gratuito, che costerebbe molto anche solamente di ticket. L’Avis, infatti, sta introducendo nuovi esami come il «Psa», un’analisi che sta diventando di routine per gli uomini di una certa fascia di età, o come il «Tf» frazionato, per problemi tiroidei. Convenzioni sono state raggiunte solamente nelle province di Roma e di Latina e Viterbo. Insomma, donare sangue è sicuramente un nobile gesto che fa bene a chi lo compie, ma ancor più a chi in ospedale è in attesa di una vitale trasfusione.

Fonte: ilGiornale.it

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