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mercoledì 8 luglio 2009

L'orrore delle ronde


Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi

L'orrore delle ronde

di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 6 luglio 2009

Il cantante lirico
Alfonso Antoniozzi

- Non so a voi, ma a me l’idea di avere in giro per le città d’Italia delle ronde di volontari che controllino se gli immigrati che circolano per le strade siano o meno regolari fa davvero orrore.
Quale sarà la discriminante per queste ronde? Ovvero, in base a quali criteri verrà fermato un povero cristo che sta passeggiando tranquillamente? In base al colore della pelle? Alla fisiognomica del Paese di appartenenza?

Basterà che uno zelante rondista pensi che io somigli, che so, a un arabo o a un rumeno o a un albanese per potermi fermare e chiedere i documenti? E perché mai dovrei esibire il mio documento d’identità a un privato cittadino?

In nome di quale emergenza, di quale imprescindibile necessità di “sicurezza” io dovrei farmi riconoscere da un signore che non è un poliziotto, dunque non ha alcun diritto di chiedermi chi io sia e cosa stia facendo?

A costo di finire in galera, io il mio documento ai rondisti non glielo faccio vedere. Che mi portino pure in questura, poi ce la vediamo in tribunale.

E ancora, in nome di quale principio supremo alcuni privati cittadini dovrebbero trasformarsi in delatori? E chi ci garantisce che tra questi privati cittadini non ci siano persone che, per un malinteso senso della legalità, finiscano per trasformare le “ronde” in veri e propri raid contro gli immigrati?

Credo che nessuno possa smentirmi quando dico che nessun cittadino perbene si farà tentare dalla possibilità di far parte di queste ronde previste dal nuovo decreto sicurezza, e che nessuno possa smentirmi quando dico che chi deciderà di far parte di queste ronde è, nella migliore delle ipotesi, una persona molto spaventata. Nella peggiore, uno xenofobo della più bell’acqua.

Vorrei anche sapere, tanto per amore di informazione, se tra i compiti di queste ronde (fondate, come pare, sul principio del rispetto della legge e non, per carità, sul razzismo e sulla xenofobia) ci sia anche lo stanare quegli italiani perbene che fanno i soldi in nero sulle spalle della povera gente che viene da noi col sogno di una vita migliore.

Se, tanto per mettere un poco di zucchero su questa orribile torta sfornata dal Governo, i rondisti potranno assicurare alla giustizia chi affitta stanze di venti metri quadrati a gruppi di immigrati, clandestini o meno, che sono costretti a vivere stipati come polli d’allevamento, pagando una cifra assurda e senza contratto d’affitto.

Se potranno denunciare e consegnare alla giustizia i capocantiere che assumono senza contratto gli operai venuti da paesi stranieri per farli lavorare in assoluta mancanza di norme di sicurezza e senza pagare loro i contributi.

Se oltre ai piccoli spacciatori di fumo potranno anche perseguire e fare i nomi degli italiani che, per primi, vendono quel fumo a chi poi si occuperà del piccolo spaccio.

E, visto che ci siamo, se potranno agire anche nei confronti di chi guida una Porsche, ha due case, fa il gioielliere (ma anche il farmacista o l’idraulico o qualsiasi altro mestiere a scelta, fate voi) e denuncia quindicimila euro annui di reddito, salvo poi lamentarsi dell’assenza dello Stato nella vita civile e della corruzione dilagante nella vita politica, e degli immigrati che, com’è noto, sono tutti delinquenti.

Così, tanto perché si possa dire che in Italia la legge si applica anche nei confronti di chi ha in tasca una carta d’identità italiana.

Alfonso Antoniozzi

Fonte: TusciaWeb.

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