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martedì 29 giugno 2010

Boom immigrazione nel Viterbese: in 6 anni è aumentata del 235,1%. Con 10.500 unità, quella romena è la comunità straniera più consistente

29/06/2010

VITERBO - Dal 2002 al 2008 il numero degli stranieri residenti a in provincia di Viterbo è lievitato da 7.116 unità a 23.843, con un incremento percentuale del 235,1%. L’incidenza sulla popolazione totale, nello stesso periodo, è passata dal 2,4 al 7,6%. L’incremento della popolazione straniera nella Tuscia è nettamente superiore alla media regionale (169%). Solo due province hanno avuto crescite maggiori: Latina (+276%) e Rieti (+2485).

Sono alcuni dei dati contenuti nel primo rapporto statistico per i consigli territoriali per l'immigrazione realizzato per il ministero dell'Interno dal Centro studi e ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes, presentato nei giorni scorsi nella prefettura di Viterbo.

Secondo lo studio, i minori sono 4.534, pari al 19% della popolazione straniera. La cosiddetta seconda generazione (nati a Viterbo da genitori stranieri) è arrivata a 2.245 unità. Nel 2008, ultimi dati disponibili, i nati figli di immigrati sono stati 346. La popolazione straniera ha un’età media di 33 anni, nettamente più bassa rispetto ai nativi, che è di 43 anni.

Con 10.500 unità, pari al 44% del totale, la collettività romena è la più presente nella Tuscia. Segue quella albanese (1.539 unità – 6,5), la marocchina (989 unità – 4,1%), l’ucraina (865 unità – 3,6%).

La forte presenza di immigrati dell’est europeo fa sì che la religione più praticata dagli stranieri residenti nel Viterbese sia quella cristiana (oltre il 62%). A prevalere sono gli ortodossi, passati dal 26,5% del 2003 al 34,7% del 2008. Nello stesso periodo, i cattolici sono scesi dal 32,1% al 27,5%.
Meno intelligibili i dati sulla religione musulmana, che si stima coinvolga il 28-30% degli immigrati extracomunitari.

Un altro dato particolarmente interessante scaturito dallo studio è quello relativo alla criminalità. Nel triennio 2005-2008, infatti, la popolazione straniera residente (che non comprende coloro che hanno solo il permesso di soggiorno e gli irregolari) è cresciuta del 63,7%, mentre le denunce a carico di stranieri (che comprendono anche gli irregolari) sono cresciute del 6,8%. Nettamente inferiore all’aumento delle presenze. A Viterbo, in particolare, sono scese dal 7,7% del totale nel 2005 al 5,6 del 2008.

La minor incidenza della criminalità nella Tuscia ha uno dei presupposti essenziali nell’integrazione degli stranieri, che lo studio definisce “alta”. Viterbo, insieme con Rieti, sono le uniche due province laziali ad aver ottenuto questa valutazione. Il livello dell’integrazione a livello regionale è infatti valutato “minimo”. Ad incidere negativamente sul parametro è soprattutto Roma e la sua provincia. Latina e Frosinone, infatti, hanno un tasso di integrazione “medio”.

Sul fronte dell’occupazione, gli stranieri residenti nella Tuscia sono occupati prevalentemente nel terziario (circa il 60%), in particolare nei servizi alle imprese. Il lavoro edile occupa tra il 25 e il 28% degli immigrati, mentre circa l’8% lavora presso famiglie italiane come colf o badanti. Un’attività, quest’ultima, svolta pressoché esclusivamente da donne.

In crescita esponenziale, anche se si tratta ancora di numeri relativamente bassi, le imprese costituite da stranieri che, nel Viterbese, tra il 2003 e il 2009 hanno avuto un’impennata del 541,1%. Solo Rieti, con il 923,3%, e Frosinone, con il 577,4% hanno fatto meglio. In numeri reali, le imprese condotte da stranieri nella Tuscia nel 2003 erano 73. Nel 2009 sono diventate 468, 126 delle quali gestite da donne. Nel comparto artigiano, le imprese costituite da stranieri sono 69, 6 delle quali gestite da donne. Al primo posto il commercio, seguito dall’edilizia.

Fonte: ViterboOggi.

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