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sabato 21 agosto 2010

Il lavoro straniero e la Tuscia: un rapporto in continua evoluzione

INCHIESTE DI NEWTUSCIA - IL LAVORO STRANIERO E LA TUSCIA: un rapporto in continua evoluzione

19/08/2010

(NewTuscia) - VITERBO - L’immigrazione è un fenomeno che vede la Tuscia protagonista negli ultimi anni. Dopo un periodo in cui Roma ha attratto la quasi totalità degli arrivi, lentamente le altre province laziali sono state scelte come meta della permanenza di varie etnie straniere. In particolare quelle extraeuropee.

Dai dati Inail che vanno dal 2000 al 2008, estratti dal Dossier statistico 2009 Caritas/Migrantes, si evince chiaramente il netto aumento di lavoratori regolari nella Tuscia e nel Lazio, con un aumento del rapporto percentuale tra i lavoratori nati all’estero e il totale dei lavoratori.

In otto anni i lavoratori censiti dall’Inail nel Lazio sono passati da 96.384 a 284.147, con un aumento del 194,8%. Nella Tuscia si è avuto un surplus più marcato della media regionale con un +207,1%. Tra il 2007 e il 2008 nella Tuscia si è registrato un +9,9% di occupati stranieri regolari, terzo posto dopo Latina e Frosinone ma al di sopra della media del Lazio.

Viterbo si colloca al secondo posto regionale nella % di occupati regolari stranieri in rapporto al totale con il 16%, prima è Latina con il 17,6%, mentre bassa è la % delle donne sul totale dei lavoratori stranieri regolari, pari al 33,3%.

Esaminando settore per settore, si capisce che, a differenza di altre province laziali, nella Tuscia prevalgono gli addetti a bassa specializzazione. Nel 2008 il 23,9% degli occupati stranieri era impiegato nelle costruzioni, il 20,8% in agricoltura e il 10% nella ristorazione. La parte del leone la fanno i servizi, che vedono il 37,6% di addetti, anche se il dato è inferiore nettamente alla media regionale (63,8%) e a tutte le altre province tranne Latina, a conferma del basso livello di specializzazione dell’offerta lavorativa del nostro territorio.

Per quanto riguarda altri indicatori socio-economici come la cittadinanza, nel Lazio si è passati dalle 1.426 del 2003 alle 2.308 del 2006. La forma più tipica che permette ai lavoratori stranieri la cittadinanza italiana è il matrimonio, che nella Tuscia rappresenta l’86,3% dei casi che permettono l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Altro dato interessante è l’evoluzione delle imprese gestite da stranieri. Il Rapporto Caritas/Migrantes si rifà ai dati CNA, aggiornati al 31 maggio 2009. Il Lazio è la quinta regione italiana per numero di imprese straniere con 19.888 unità. Nella suddivisione prevale il comparto del commercio con il 44,4%, ma con un calo di oltre 12 punti rispetto al 2007, segue il settore delle costruzioni con il 27,9%, il terzo ai servizi professionali (10,6%). Cinque le principali nazionalità che gestiscono imprese nel Lazio e rappresentano, insieme, il 61,7% degli imprenditori stranieri: il 22,6% sono romeni, il 14,2% del Bangladesh, il 10,3% marocchini, cinesi nel 9,6% dei casi e egiziani nel 5,1%.

Ultimo dato sensibile è quello che riguarda il trasferimento di denaro ai paesi di origine da parte degli occupati stranieri in Italia. Nel Lazio sono stati inviati nel 2008 1.774.656 migliaia di euro, con un +12,8% tra il 2007 e il 2008. La Tuscia è terza nel Lazio per ammontare totale di soldi inviati: 16.358 migliaia di euro la somma fatta arrivare all’estero, con un aumento del 4,7% in un anno (penultimo dato regionale).

Fonte: New Tuscia

1 commento:

  1. Piena solidarietà con la vostra comunità, per l'incidente sul lavoro accaduto oggi, a Viterbo, un grande dispiacere per una vita così giovane. Una tragedia ingiusta che sono sicura avrà colpito, ancora una volta, un onesto lavoratore.

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