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sabato 29 settembre 2007

Italienii s-au saturat de infractorii romani

29 Septembrie 2007
Flavius Toader
Walter Veltroni, edilul Capitalei italiene, a avertizat Bucurestiul cu para la UE, daca nu isi va asuma responsabilitatea fata de imigrantii romani din Italia, informeaza cotidianul italian "Il Messagero".

„Situatia ordinii publice din Roma s-a inrautatit in ultimele luni, in aceasta zona, mai ales dupa sosirea in masa a romanilor. Romania sa-si asume responsabilitatea, altfel problema va fi discutata la nivel european”, a declarat Veltroni, la o zi dupa incidentul armat, in care un roman a fost executat in stil mafiot si alti doi raniti grav. Politia italiana a calificat incidentul drept o reglare de conturi intre bande rivale de imigranti.
Veltroni vrea proceduri de expulzare simplificate
Primarul Romei, care a calificat incidentul din cartierul African drept „nemaiauzit”, a precizat, totodata, ca a cerut ministrului italian de interne, Giuliano Amato, si prefectului Romei, Carlo Mosca, sa „modifice decretul normativ” care prevede, in cazul cetatenilor comunitari si implicit al romanilor, „expulzarea numai in cazurile in care persoana vizata reprezinta o amenintare la adresa sigurantei nationale”. Si presedintele Federatiei din Roma a partidului de dreapta Alianta Nationala, Gianni Alemanno, a atribuit valurile de criminalitate serioasa „prezentei necontrolate a imigrantilor si nomazilor”. Pozitia sa a fost intarita de consilierii municipali, ai Aliantei Nationale, Federico Guidi si Luca Malcotti, care au subliniat ca „Roma a devenit un adevarat Vest Salbatic” si au solicitat sporirea patrulelor de politie din cartierul in care a avut loc asasinarea romanului. Joi dupa-amiaza, Alianta Nationala a organizat o manifestatie la locul incidentului. Locuitorii cartierului au cerut masuri de securitate sporite. Cele trei victime au fost identificate
Ieri, cele trei victime ale incidentului au fost identificate. Barbatul executat in apropierea statiei de metrou este Florin Batog, de 40 de ani, din judetul Galati. Ceilalti doi raniti grav, Mircea Sava, de 18 ani si Alin Stoica, de 25 de ani sunt primul din Vrancea, iar celalalt din Galati, potrivit autoritatilor italiene .Martori oculari au declarat politiei italiene ca miercuri seara, in jurul orei 23.30 (joi, 0.30, ora Romaniei), cei trei romani ar fi fost acostati intr-o piata din cartierul african, in apropierea statiei de metrou Nomentana, de un alt grup de barbati. Acestia din urma ar fi deschis focul asupra romanilor, omorandu-l pe unul dintre ei, dupa ce il obligasera mai intai sa ingenuncheze.Anchetatorii sustin ca inainte de a fi impuscati, cei trei iesisera dintr-o pizzerie, unde fusesera insotiti de Catalin Neagu, de 28 de ani, din judetul Vrancea, urmarit international de politistii romani pentru furt de lemne. Atat Neagu, cat si victimele lucrau in constructii si locuiau in baraci ridicate la periferia Romei.
Evenimentul Zilei Nr. 4946

CRONACA

Inseguimento e sparatoria per un regolamento di conti
Le vittime sono dell'est Europa. Caccia agli aggressori
Guerra tra bande a Roma, un morto e due feritiVeltroni: "Meno sicuri dopo ingresso romeni"
Alemanno: "E' piena emergenza sicurezza. C'è una presenza incontrollata di nomadi"

Rilievi sul luogo del delitto
ROMA - Un morto disteso per terra in un bagno di sangue e due feriti trasportati d'urgenza al Policlinico Umberto I e all'ospedale Sandro Pertini. Gravi le loro condizioni: lesioni agli organi interni e agli arti. Questo il bilancio di una sparatoria avvenuta ieri sera, intorno alle 23.30, in un piazzale che si trova sotto il cavalcavia della stazione Nomentana, nei pressi del quartiere Africano. Secondo la polizia potrebbero esserci le premesse per parlare di un regolamento di conti fra bande rivali. Intanto il sindaco di Roma, Walter Veltroni, intende fare luce sulle bande di criminali dell'est Europa: "O la Romania si assumerà le sue responsabilità o se ne discuterà in Europa. La situazione dell'ordine pubblico a Roma è peggiorata da qualche mese a questa parte, in particolare dopo l'ingresso massiccio dei romeni". Alcuni testimonianze ,infatti, fanno pensare che possa essersi trattato di un agguato teso ai danni delle tre vittime, tutti immigrati di nazionalità romena. I testimoni raccontano di aver visto un gruppo di uomini avvicinarsi a uno dei tre romeni e freddarlo con un colpo di pistola alla testa dopo averlo fatto inginocchiare. Gli altri colpi in successione avrebbero poi raggiunto i suoi due complici, uno dei quali avrebbe cercato aiuto fuggendo a piedi dal sottopasso e lasciando copiose macchie di sangue su una scalinata. Gli aggressori si sarebbero infine dileguati. A lanciare l'allarme, un uomo che ha chiamato il 113 dicendo che qualcuno aveva sparato a un ragazzo che era uscito a piedi, ferito, dal sottopassaggio della Nomentana gridando e chiedendo aiuto. Sul posto sono arrivate subito tre "volanti". Gli agenti hanno soccorso i due feriti, uno colpito al torace e l'altro all'addome, e poi, dopo essersi addentrati nel sottopasso, hanno scoperto il cadavere del terzo, un giovane poco più che ventenne.
Gli investigatori stanno al momento ascoltando alcune persone per cercare di chiarire la dinamica dei fatti e accertare il ruolo avuto dagli stranieri feriti. Il luogo dove è avvenuta la sommaria esecuzione è noto alle forze dell'ordine per essere frequentato di notte da malviventi di piccola criminalità, per lo più stranieri. "Questo sottopasso - ha dichiarato una badante romena - è molto frequentato da miei connazionali, che bivaccano qui tutto il giorno. Bevono, si ubriacano e poi si addormentano lì". Molte reazioni nel mondo politico. "Bisognerà fare un discorso con le autorità romene - ha dichiarato il sindaco Walter Veltroni, nel corso di una conferenza improvvisata ala Capidoglio - Io l'ho fatto da sindaco ma ora è necessario farlo a livello nazionale ed europeo. Non si può stare in Europa e non farsi carico dei problemi di flusso migratorio tanto più che la Romania cresce in maniera sostanziosa in materia di Pil". Dopo le dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali di An, che hanno parlato di Roma come di un Far West, interviene Alemanno: "Una presenza incontrollata di immigrati e nomadi nel cuore della città, che sta portando a sacche di criminalità vera e propria. Il fatto di sangue - ha aggiunto - avvenuto la scorsa notte in una zona centrale di Roma, dimostra purtroppo, ancora una volta, quanto tutta la città sia in piena emergenza sicurezza". (27 settembre 2007)
Fonte: la Repubblica.it

1 commento:

  1. Patti di Sicurezza: Comuni in attesa del pacchetto normativo
    I sindaci invocano un aiuto degli Interni. A Roma il 75% dei reati è commesso da rumeni.

    Barbara Laurenzi

    Roma – Nessuna misura all’orizzonte, sul problema criminalità. Dopo l’istituzione dei Patti di sicurezza nelle diverse città della penisola, il ministero degli Interni non sembra ancora pronto a varare nuove norme, secondo quanto dichiarato dallo stesso Amato nelle varie audizioni parlamentari. D’altra parte “le risorse contano più delle norme e questo è un compito che spetta alla Finanziaria” come dichiarato dal ministro, con evidente riferimento alla necessità di ampliare le basi finanziare delle forze dell’ordine, attualmente incapaci di assorbire in organico il totale delle persone che escono attualmente dalle scuole di formazione di polizia.

    I recenti episodi di cronaca accaduti a Torino, a Porta Palazzo, e in altre località del Nord, in cui le forze dell’ordine hanno dovuto fronteggiare l’aggressività delle persone, hanno portato i Comuni del nord alla richiesta di un rafforzamento dei presidi nelle regioni settentrionali. Richiesta giudicata non necessaria da Amato, che ha ritenuto adeguato l’intervento di Polizia e Carabinieri nell’episodio accaduto a Porta Palazzo con il coinvolgimento di alcuni extracomunitari.

    “Erano numerose le autoradio presenti e francamente - ha aggiunto il ministro - per un incidente come quello, il fatto che arrivino sul posto sei o sette autoradio è qualcosa che esprime una presenza significativa dell’Arma dei Carabinieri”. Un intervento non casuale, originato dalle misure contenute nel Patto per Torino sicura, siglato il 22 maggio scorso, in cui era stata decisa l’assegnazione di 80 carabinieri ai reparti dell’Arma presenti nella città.

    Il nuovo pacchetto sicurezza, attualmente in preparazione, prevede tra le alte: un rafforzamento delle misure cautelari; la previsione dell’arresto anche per i reati che prevedono pene inferiori a tre anni; delle modifiche all’attuale regime di applicazione della sospensione della pena in casi di sentenza irrevocabile. Alle nuove norme, il ministero vuole affiancare ulteriori risorse umane. Si potrebbero ricavare tra le due e le tremila unità facendo svolgere al personale civile le pratiche che ora vengono sbrigate dai poliziotti. è previsto anche il ricorso alla mobilità esterna, prendendo 700 persone tra civili della Difesa ed alcuni marescialli, in modo da riempire i vuoti dei ruoli tecnici.

    “Serve gente nuova, perchè – ha spiegato il ministro - l’età media delle forze dell’ordine continua a salire. La legge sull’esercito professionale rischia di perdere uno dei suoi capisaldi e cioè che dopo la ferma i volontari si possano ricollocare nei ruoli di polizia, carabinieri e finanzieri. Almeno 4.000 - 4.500 unità possono entrare così”.

    Da parte sua, invece, il sottosegretario agli Interni, Marcella Lucidi, ha presentato le linee guida degli accordi stabiliti negli ultimi giorni con la delegazione del governo rumeno, guidata dal consigliere personale del primo ministro rumeno per la problematica dei rom, Dana Varga: stretta cooperazione tra Italia e Romania nell’affrontare le problematiche condivise dai due Paesi sul tema dei rom; contenimento dei flussi; contrasto alla criminalità; scambio di informazioni non solo tra forze di polizia, ma anche tra Ministeri e dipartimenti competenti, al fine di dar vita a un tavolo permanente tra le istituzioni dei due Paesi.

    Norme e dibattiti si propongono di dare una risposta anche ai continui appelli dei Comuni. Dopo i recenti accadimenti, l’ultimo dei quali ha visto la stazione Nomentana trasformarsi in scenario per una sparatoria, anche un sindaco solitamente tollerante come Veltroni è entrato nella discussione sulla popolazione rumena in Italia, invocando un aiuto dal Governo.

    Nella Capitale si fa sempre più urgente la questione sicurezza, con punte di criminalità mai toccate. Da gennaio ad agosto, su 3.557 arresti effettuati dai carabinieri, 2.689 erano ad opera dei rumeni, pari al 75,5 per cento. Netta la differenza con i dati riguardanti gli altri cittadini stranieri arrestati: il 7,3% sono marocchini, il 4,4% sono albanesi. Bosnia, Senegal, Polonia e Serbia arrivano solo per ultime.

    28/09/2007

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