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sabato 25 agosto 2007

Racconto: Rumeno fine alla fine

Rumeno fino alla fine
di Milena Marin

Due mesi fa, quando ho lasciato la Romania per studiare in Italia nell'ambito del progetto Erasmus, avevo deciso di intraprendere una piccola ricerca sugli immigranti rumeni in Italia. Lo avevo deciso perchè sapevo che rappresentava un grosso problema per il mio paese. Sapevo che molti rumeni lasciavano la Romania per lavorare altrove, ma non mi aspettavo d’incontrarne così tanti qui. La più grande sorpresa è stata quando sono scesa dal treno nella stazione di Verona, poi è successo lo stesso a Roma, a Viterbo e in tutte le città che ho visitato come turista. Guardavo intorno e vedevo dappertutto facce familiari, vedevo un certo tipo di persone che mi sembrava di conoscere e riconoscere. Poi, il mistero si è risolto quando li ho sentiti parlare: erano rumeni, tantissimi rumeni. Non sapevo come reagire perché uno stupido stereotipo mi diceva che non era buona gente. Avevo letto a casa tantissimi articoli, avevo sentito notizie che i rumeni venivano qui per rubare, per fare lavori che gli italiani non erano disposti a fare, per far fare una brutta figura al mio paese. Ho continuato a parlare inglese con le mie amiche e ho fatto finta di niente. Ma una volta ritornata a Forlì ho cominciato a pensare, a ragionare, a pormi domande. Ho iniziato a guardare le statistiche, a parlare con altri rumeni, a indagare sul perché vengono qui, che cosa fanno qui esattamente, che tipo di vita hanno, qual è il loro rapporto con gli italiani, etc.
Quanti rumeni ci sono esattamente in Italia, quali sono regioni preferite da loro, che tipo di lavori fanno etc. Ho cercato risposte nelle statistiche messe a disposizione dagli istituti di ricerca nazionali rumeni e italiani, anche se, occorre precisare che i dati statistici si riferiscono ai rumeni legalmente registrati e dunque non possono rilevare esattamente l’intero fenomeno. Anche così, le cifre parlano di quasi 500.000 rumeni che vivono e lavorano in Italia con documenti e di altri 500.000 senza documenti, una cifra enorme dato che l’intera popolazione della Romania è di 22 milioni di abitanti. Sempre le statistiche parlano dell’Italia come del paese favorito dai rumeni che vogliono lavorare all’estero e, purtroppo, come del paese dove il numero di rumeni che lavora senza documenti è più alto. Un altro studio, questa volta messo a disposizione dall' ISTAT, ci rileva che il 35,1% degli stranieri risiede nel Nord-Ovest d'Italia, il 26,7% nel Nord-Est, e il 25% nell’Italia Centrale. Al Sud la percentuale è solo del 13,2%. Più di un quinto della popolazione straniera residente vive nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Torino, Palermo e Genova.
Ma quali sono le ragioni per le quali i rumeni lasciano il loro Paese per venire in Italia? Ho provato a parlare con alcuni rumeni che vivono a Forlì. La mia piccola indagine ha rilevato che il motivo per cui sono qui è lo stipendio, che in tutti i casi è più alto di quello che avrebbero potuto guadagnare a casa. I soldi sono dunque il filo invisibile che li attira qui.
Un’altra motivazione è rappresentata dalle condizioni di vita in Romania che, secondo loro, sono peggiori, anche se poi qui non si sentono a casa.
Sapendo quanto è importante per i miei connazionali il sentirsi a casa, ho chiesto se l’Italia potesse essere per loro una casa, se fossero disposti a rimanere qui per sempre, se si sentissero ancora rumeni o se pensassero di essere diventati italiani. Le risposte sono state quasi sempre le stesse. La Romania rimane sempre la Romania, il paese dove sono nati e dove vogliono morire, dove vogliono crescere i loro bambini, il paese per il quale il sentimento di familiarità è più forte. Tutti gli intervistati, anche se si trovano qui da almeno 4 anni, vorrebbero ritornare a casa un giorno, anche se quel giorno sembra lontano. Aspettano solo che la situazione politica, economica e sociale della Romania migliori. In quanto al sentirsi italiani o rumeni, tutti hanno dichiarato di sentirsi ancora rumeni, anche se il loro stile di vita è cambiato tantissimo. Si sono adattati allo stile di vita italiano: adesso mangiano spaghetti e pizza invece che sarmale[1] con polenta; si vestono in maniera più simile agli italiani che ai rumeni; fanno la spesa una volta alla settimana, invece che ogni giorno come a casa, e hanno quasi dimenticato le parole rumene per olive, uova, pomodori, etc.
Vedendo quanto si sentono affezionati alla Romania, non li posso non rispettare, non li posso più giudicare male. Anche se so che esistono ancora rumeni che rubano, che non fanno fare una bella figura al loro paese, la maggior parte dei rumeni viene qui solo per migliorare la propria vita: vogliono lavorare tranquillamente, guadagnare un po’ di soldi e ritornare a casa per fare le tre cose che, come dicono i rumeni, ti fanno diventare un uomo vero: costruire una casa, piantare un albero e fare un bambino.

25/08/2007
(Fonte: Centro Linguistico dei Poli Scientifico-Didattici della Romagna)

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